(Adnkronos) – E’ stato trovato anche il terzo e ultimo disperso dell’esplosione avvenuta nella mattinata di lunedì 9 dicembre nel deposito di carburanti Eni a Calenzano, a Firenze. Sale così a cinque il numero dei morti per l’incidente. Si attende comunque la conferma da parte della Procura di Prato.
Questa mattina le ricerche hanno portato “al rinvenimento di altre due vittime” oltre alle altre due “emerse nell’immediatezza dei fatti”, aveva reso noto il procuratore di Prato, Luca Tescaroli, che dirige le indagini.
Sono intanto tre le persone ferite ancora ricoverate: un operaio all’ospedale di Careggi a Firenze e due operai all’ospedale Cisanello a Pisa, uno dei quali trasferito nella serata di ieri dal policlinico fiorentino, considerati in gravi condizioni per le ustioni riportate. Quattro dei ricoverati a Careggi sono già stati dimessi, rende noto il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, che fa il punto a ventiquattro ore di distanza dalla tragedia.
I presidi ospedalieri di Prato, Torregalli, Santissima Annunziata di Ponte a Niccheri e Empoli, hanno prestato soccorso nella giornata di ieri ad almeno altri 19 feriti, già tutti dimessi, che si sono presentati autonomamente. Nel dettaglio: all’ospedale di Prato sono state assistite quattordici persone, a Torregalli tre persone, altrettante ad Empoli ed una al Santa Maria Annunziata di Ponte a Niccheri. “Continuiamo – osserva il presidente Giani – a seguire con attenzione la vicenda e la Regione, in tutte le sue articolazioni, è impegnata a partire con il suo sistema sanitario”.
“Dalle valutazioni sull’aria di Arpa non c’è un rischio particolare. L’area è stata delimitata negli 8 km”, ha intanto spiegato il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto a margine della conferenza stampa di presentazione degli “Stati generali delle aree protette”. Sulle cause e le modalità dell’incidente a Calenzano “attendo gli atti ufficiali dell’inchiesta”.
Il procuratore Tescaroli ha intanto aperto un fascicolo per omicidio colposo plurimo. Al vaglio anche le ipotesi dei reati di lesioni colpose aggravati dalla violazioni delle norme sulla sicurezza sul lavoro ed anche il disastro colposo.
A esplodere, innescando un incendio, sarebbe stata una delle autobotti presso le pensiline di carico, nella zona dove viene caricato il carburante: è questa l’ipotesi su cui lavora la Procura di Prato. “Allo stato è possibile evidenziare che al momento dell’esplosione erano presenti diverse autobotti parcheggiate all’altezza degli stalli di approvvigionamento del carburante”, ha detto ieri il magistrato dopo il lungo sopralluogo.
Domani, mercoledì 11 dicembre, sarà intanto giornata di lutto regionale in Toscana, come ha annunciato il presidente Eugenio Giani al termine della riunione della Giunta ieri sera. Il Comune di Calenzano ha proclamato due giorni di lutto, ieri e oggi.
Sempre per domani, Cgil, Cisl e Uil hanno proclamato uno sciopero generale provinciale di quattro ore (fine turno) con manifestazione (14,30-16,30) a Calenzano. “Siamo di fronte all’ennesima tragedia sul lavoro con dimensioni e risvolti ancora da capire su vari fronti. Quello che è successo è inaccettabile, attendiamo il lavoro degli inquirenti per fare luce sulle modalità di quanto accaduto. Senza sicurezza non c’è lavoro, non c’è dignità, non c’è vita”, hanno detto i sindacati.
Il sindaco di Calenzano, Giuseppe Carovani, ha intanto chiesto alle autorità competenti di valutare “la possibilità di chiudere” il deposito di carburanti Eni.
I rischi connessi alla presenza del deposito, ha spiegato Carovani, non possono continuare a essere gestiti come è stato fatto finora, “nonostante tutte le attività che sono state effettuate: abbiamo i registri delle esercitazioni che son state effettuate a febbraio, per il primo semestre 2024, ad agosto per il secondo semestre, quindi c’è una costante attuazione del piano di emergenza e delle segnalazioni per il rischio di incidenti”.”Tuttavia, come purtroppo abbiamo potuto constatare – ha aggiunto – questo non è sufficiente, non è bastato ad evitare che ci fosse un esito così drammatico”.
“Noi chiediamo che si ripensi complessivamente questo insediamento nel cuore di Calenzano, a due passi dalla ferrovia, a 300 metri dall’autostrada A1 a 500 metri dall’A1, dove insiste, insomma, un nodo infrastrutturale oltre che di contesto urbanistico, molto critico e delicato – ha sostenuto Carovani – Chiediamo, quindi, una riflessione se questo impianto debba rimanere qui. Noi ci rendiamo conto che non è una cosa semplice, perchè alla fine offre un servizio che viene reso ai cittadini, con una stazione per caricare le autobotti e poi arrivare ai distributori e quindi agli utenti. Ma credo – ha concluso – che in questo contesto e in questi termini sia da ripensare”.