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Esa, da Solar Orbiter nuove immagini ad alta risoluzione del Sole

AttualitàEsa, da Solar Orbiter nuove immagini ad alta risoluzione del Sole

Le macchie solari sembrano “buchi” sulla superficie
Roma, 20 nov. (askanews) – Da Solar Orbiter quattro nuove spettacolari immagini del Sole, frutto delle osservazioni ad alta risoluzione degli strumenti PHI (Polarimetric and Helioseismic Imager) e EUI (Extreme Ultraviolet Imager) a bordo della missione frutto della collaborazione tra l’Agenzia spaziale europea e la Nasa.
La missione Solar Orbiter. guidata dall’Esa, osserva il Sole con non meno di sei strumenti di imaging che insieme consentono di rivelarne i molteplici volti e oggi rivela le viste complete della superficie visibile del Sole (fotosfera) con la più alta risoluzione. Sono assemblate da immagini realizzate dal PHI della sonda spaziale, strumento che non solo scatta immagini in luce visibile, ma misura anche la direzione del campo magnetico e mappa la velocità e la direzione in cui si muovono diverse parti della superficie. Le misurazioni della fotosfera effettuate da PHI possono essere direttamente confrontate con una nuova immagine dell’atmosfera esterna del Sole (la corona), ottenuta da immagini ad alta risoluzione scattate dallo strumento EUI lo stesso giorno, il 22 marzo 2023, nella luce ultravioletta.
“Il campo magnetico del Sole è fondamentale per comprendere la natura dinamica della nostra stella, dalle scale più piccole a quelle più grandi. Queste nuove mappe ad alta risoluzione dello strumento PHI del Solar Orbiter mostrano la bellezza del campo magnetico superficiale del Sole e i suoi flussi in grande dettaglio. Allo stesso tempo, sono fondamentali per dedurre il campo magnetico nella corona calda del Sole, che il nostro strumento EUI sta riproducendo”, osserva Daniel Müller, Project Scientist del Solar Orbiter.
Nell’immagine dettagliata della luce visibile di PHI – segnala l’Esa – si scopre la “superficie” del Sole per quello che è: plasma incandescente e caldo in continuo movimento. Quasi tutta la radiazione del Sole viene emessa da questo strato, che ha una temperatura compresa tra 4500 e 6000°C. Al di sotto, il plasma caldo e denso viene agitato nella “zona convettiva” del Sole, non diversamente dal magma nel mantello terrestre. Come risultato di questo movimento, la superficie del Sole assume un aspetto granuloso. Tuttavia, le caratteristiche più sorprendenti nelle immagini sono le macchie solari. Nell’immagine a luce visibile, queste sembrano macchie scure, o buchi, nella superficie altrimenti liscia. Le macchie solari sono regioni in cui il campo magnetico del Sole irrompe. Ciò inibisce la convezione del plasma perché le particelle cariche sono costrette a seguire il campo magnetico anziché seguire il flusso convettivo di miscelazione del calore. Di conseguenza, le macchie solari sono più fredde dell’ambiente circostante e trasmettono meno luce.
La seconda immagine offre una mappa magnetica del Sole, la terza una mappa del movimento della superficie del Sole e l’ultima un’immagine del Sole in luce ultravioletta. Le immagini sono state scattate quando il Solar Orbiter era a meno di 74 milioni di chilometri dal Sole. Essendo così vicino al Sole, ogni immagine ad alta risoluzione scattata da PHI ed EUI copre solo una piccola porzione del Sole. Dopo che ogni singola immagine è stata scattata, la navicella spaziale ha dovuto essere inclinata e ruotata finché ogni parte della faccia del Sole non è stata ripresa. Per ottenere le immagini full-disk presentate – visibili sul sito dell’Esa – tutte le immagini sono state cucite insieme come un mosaico.
(Credit: ESA & NASA/Solar Orbiter/PHI Team)

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