(Adnkronos) – Dall’ora legale all’ora solare, previsto nella notte tra sabato 26 e domenica 27 ottobre, anche la luce giusta può aiutare ad attenuare gli effetti del cambio orario. Parola di Luigi Ferini Strambi, professore ordinario di neurologia all’università Vita-Salute San Raffaele di Milano e direttore del Centro di medicina del sonno dell’ospedale San Raffaele. E “in camera da letto nulla peggio della luce blu”, il monito dell’esperto.
Mentre c’è chi – super mattiniero – corre ai ripari per proteggere il suo ritmo sonno-veglia dall’effetto ‘mini jet-lag’ che potrebbe avere il ritorno all’ora solare, c’è chi invece, da gufo, pregusta l’ora in più di riposo regalata dallo ‘switch’ autunnale, i consigli sul tenere lontano dal talamo questa ‘nuance’ di luce valgono 365 giorni all’anno.
Una fonte particolarmente prolifica sono i dispositivi digitali come tablet e smartphone, ma anche l’illuminazione a led ha contribuito ad aumentare l’esposizione del nostro organismo alla luce blu. E non è certo questa, conferma l’esperto all’Adnkronos Salute, la tonalità luminosa ideale per le lampade da avere sul comodino. Quella giusta? “Arancione o gialla”, suggerisce il medico del sonno. Avere in camera la luce blu fa male perché “è quella che crea più problemi per quanto riguarda l’inibizione della melatonina, è la più in grado di evitarne il rilascio”, argomenta Ferini Strambi.
Del resto diversi studi, e da diversi anni, hanno puntato il dito contro di lei. Uno studio del Brigham and Women’s Hospital di Boston (pubblicato su ‘Pnas’) aveva per esempio messo in evidenza che leggere da un tablet o usare lo smartphone sotto le lenzuola prima di prendere sonno può far male al riposo, compromette il ciclo sonno-veglia, abbattendo i livelli di melatonina, che è appunto l”ormone del sonno’. La luce blu, caratterizzata da una breve lunghezza d’onda, “interrompe il ritmo circadiano”, avevano evidenziato i ricercatori. E il risultato è che ci si mette più tempo ad addormentarsi. Permetterle di irradiare in camera da letto non è dunque una buona idea, non è pro-relax. E gli altri colori?
E non è un caso, come è stato evidenziato dagli scienziati, che negli ultimi 50 anni ci sia stata una diminuzione della durata media del sonno e della sua qualità. Uno dei fattori che ha contribuito è anche l’avanzata delle luci blu. Nell”arcobaleno’ dello spettro luminoso c’è di meglio per accompagnare il riposo, assicura Ferini Strambi. “Le luci arancioni, gialle” vengono promosse dall’esperto: “Sono quelle che creano in assoluto meno problemi”. E le ricerche confermano che il migliore è il range che va dal rosso, che per gli esperti non inficia il ritmo circadiano, fino appunto all’arancione e giallo, che hanno un impatto minimo e vanno dunque bene di notte.
Sulla luce rossa addirittura un vecchio studio dell’Istituto cinese di scienza dello sport aveva rilevato che l’irradiazione di tutto il corpo per 14 giorni con questo tipo di luce ha migliorato sonno, livello di melatonina nel siero e prestazioni di resistenza delle giocatrici di basket d’élite su cui il trattamento era stato testato. Lo stesso è stato dimostrato da altri lavori per altre tonalità, testando lenti gialle, ambra, arancio per contrastare la luce blu. La luce verde si colloca invece all’estremo opposto: gli esseri umani sono particolarmente sensibili alla luce verde e la produzione di melatonina è più facilmente soppressa da questa tonalità, facevano notare gli autori di un lavoro che l’ha valutata in soggetti con privazione del sonno (nei quali attenua la produzione di melatonina e la sonnolenza).
Del resto, come segnala uno studio sull’inquinamento luminoso notturno, il ciclo giornaliero della tonalità della luce ambientale naturale, che passa da una relativamente blu-bianca a mezzogiorno a una relativamente giallo-rossa al tramonto, è importante per il funzionamento umano. L’importante è usare la ‘nuance’ giusta all’orario giusto.