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Dal summit Brics l’alternativa al sistema dollaro dei Paesi ‘emergenti’

MondoDal summit Brics l’alternativa al sistema dollaro dei Paesi ‘emergenti’

ROMA – Si svolge fino a domani a Kazan, città nel centro-occidentale della Federazione Russa, il sedicesimo vertice dei Brics, l’organizzazione economica che riunisce i paesi emergenti che oggi rappresentano un terzo della produzione economica globale. Creata da Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica, oggi l’organismo conta dieci stati membri e vari interessati, per un totale di ventiquattro partecipanti.

L’appuntamento ha una doppia valenza politica: da un lato, è il messaggio che il presidente Vladimir Putin invia ai paesi alleati dell’Ucraina, Stati Uniti e Unione europea in primis: accogliendo capi di Stato e di governo tra cui il presidente cinese Xi Jinping o il brasiliano Lula, il capo del Cremplino dimostra che l’isolamento internazionale in cui l’Occidente ha cercato di spingerlo – rafforzato da un mandato d’arresto spiccato dalla Corte penale internazionale – non sta funzionando.
Il secondo messaggio che però arriva dalla cittadina sul fiume Volga, a circa 800 chilometri a est di Mosca, è più di lungo periodo e sembra voler sfidare il sistema globale fondato sugli accordi di Bretton Woods, quindi le due istituzioni finanziarie a guida americana ad essi collegate: il Fondo monetario internazionale (Fmi) e la Banca mondiale (Wb). Il focus del vertice di Kazan sarà appunto il rilancio della New Development Bank che, per funzioni e meccanismi, punta a fornire ai paesi del cosiddetto “sud del mondo” una alternativa a Fmi e Banca mondiale, spesso sotto accusa per la questione di prestiti e finanziamenti che verrebbero condizionati alle scelte politiche dei governi dei paesi in difficoltà, e che rafforzano anche la centralità del dollaro americano.

A sottolineare questo aspetto sono varie analisi a partire dal South China Morning Post (Scmp): “Le istituzioni di Bretton Woods- si legge- hanno entrambe quasi 200 nazioni tra i loro membri, quindi 24 leader presenti al vertice dei Brics potrebbero sembrare una scarna cifra al confronto. Tuttavia, è l’evoluzione della statura economica e politica piuttosto che il numero di partecipanti che conta”.
A Kazan sono infatti arrivati “il presidente cinese Xi Jinping, il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva, il primo ministro indiano Narendra Modi e il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa” e sono anche attesi “i leader di Egitto, Etiopia, Iran ed Emirati Arabi Uniti, che hanno aderito al blocco all’inizio di quest’anno”. Prevista anche l’Arabia Saudita, invitata a partecipare, e che ha scelto però di inviare una delegazione in rappresentanza delle autorità; e poi rappresentanti di Turchia, Malesia, Mongolia, Armenia e altri paesi dell’Asia e dell’Europa centrale”, tra cui, come scrive ancora il Scmp, “molti hanno espresso interesse a unirsi” tra cui Kuwait, Thailandia e Vietnam. “L’ordine internazionale- evidenzia ancora al testata- è in gran parte caratterizzato da conflitti sui fronti economici e politici, dal commercio internazionale, agli investimenti e alla finanza, fino alle risorse naturali e le questioni di sicurezza. Non c’è da stupirsi che alcuni paesi stiano cercando approcci alternativi alla governance e alla politica economica”.

Oltre a voler rafforzare l’operatività della New Development bank, la Russia intende proporre una piattaforma alternativa per i pagamenti internazionali, in modo da aggirare le sanzioni occidentali. Il Bangkok Post (Bp) riferisce che, stando a un documento elaborato dal ministero delle Finanze e dalla Banca centrale russa e già dato alla stampa, il sistema punta a “mettere in rete le banche commerciali con le banche centrali dei Brics, utilizzando la tecnologia blockchain per archiviare e trasferire token digitali supportati da valute nazionali”. Ciò, riporta ancora il Bp, permetterà di “scambiare tali valute in modo semplice e sicuro, bypassando la necessità di transazioni in dollari”.
“Per alcuni in Occidente, l’emergere dei Brics+ suggerisce qualcosa di molto inquietante” scrive Stewart Patrick del Carnegie Endowment for International Peace, “vale a dire un mondo che si sta frammentando in blocchi in competizione tra loro, a causa dell’intensificarsi della rivalità geopolitica tra Est e Ovest e della crescente alienazione reciproca tra Nord e Sud”. Tuttavia secondo il ricercatore “bisogna evitare allarmismi e paragoni mentre si vengono prese misure concrete per affrontare le legittime lamentele delle potenze emergenti”. Al tempo stesso – e annunciati dopo l’appuntamento di Kazan – si stanno svolgendo a Washington i vertici dell’Fmi e della Banca mondiale.

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