ROMA – Al via il Congresso Nazionale 2024 dell’Associazione Italiana di Fisioterapia (Aifi), in corso da oggi a Firenze fino a domenica 24 novembre presso il Grand Hotel Mediterraneo. L’evento, dal titolo ‘What’up: moving physiotherapy science forward, nuove traiettorie’, si propone l’obiettivo di analizzare l’approccio alla complessità della fisioterapia per la cura del paziente.
L’ESPERTO DI ETICA: FISIOTERAPISTA INFORMA PAZIENTE SU CIÒ CHE È SCIENTIFICAMENTE VALIDO
“Oggi, nel congresso dell’Associazione Italiana di Fisioterapia di Firenze, mi sono soffermato sulla responsabilità che ha il fisioterapista non solo di andare a capire quale sia l’informazione scientificamente valida che gli permette di fare al meglio il proprio lavoro, ma anche della necessità di comunicare al paziente che lui effettivamente ha questa miglior conoscenza a livello internazionale per poter svolgere quelle pratiche fisioterapiche che svolge”. Lo ha spiegato all’agenzia Dire il professor Giovanni Boniolo, filosofo della Scienza ed esperto di questioni di Etica clinica e di Etica della ricerca medica, a margine del Congresso. “Questo- ha concluso Boniolo- è molto importante soprattutto in epoca contemporanea, nella quale il paziente viene sommerso da informazioni, cioè da notizie vere, ma anche da notizie false o da notizie che non sono controllabili e che gli impediscono di avere quella capacità di scegliere qual è il fisioterapista che ha effettivamente la miglior conoscenza scientifica a livello internazionale per poter risolvere i suoi problemi”.
CAMPANINI (AIFI): VOGLIAMO DIVENTARE LA CASA DELLA SCIENZA IN FISIOTERAPIA
“Il congresso di quest’anno, rispetto a quello della passata edizione, ha portato diverse novità. Innanzitutto, quest’anno abbiamo fatto sold out e questo ci fa capire che la strada che abbiamo intrapreso è quella giusta. Abbiamo introdotto una sessione di ricerca in ambito manageriale, perché anche la direzione delle professioni sanitarie si sta impegnando nell’attività di ricerca per sperimentare nuovi modelli organizzativi”. Lo ha spiegato all’agenzia Dire la past president del Congresso Aifi e referente nazionale delle Nis tecnologie digitali di Aifi, Isabella Campanini. L’evento, dal titolo ‘What’up: moving physiotherapy science forward, nuove traiettorie’, si propone di analizzare l’approccio alla complessità della fisioterapia per la cura del paziente. “Ma l’obiettivo di Aifi- ha proseguito- è soprattutto quello di diventare la casa, la comunità della scienza in fisioterapia. Quindi, come meglio possiamo farlo se non accogliendo i lavori dei colleghi che hanno appena terminato una laurea magistrale, colleghi che hanno finito un percorso di master e, soprattutto, i lavori dei percorsi di dottorato?”. “Portare ogni anno all’interno di Aifi lavori che sono stati fatti dai colleghi- ha concluso Campanini- vuol dire raccontare qual è il panorama della ricerca in Italia in ambito fisioterapico, quale strada sta intraprendendo e dove ci porterà”.
L’ESPERTO: TEORIA DEI GIOCHI APPLICATA A FISIOTERAPISTA-PAZIENTE
“Nel corso del mio intervento odierno ho cercato di delineare un possibile percorso per comprendere i meccanismi attraverso cui la riabilitazione produce un recupero delle funzioni. La mia tesi è che per capire questo occorra utilizzare delle categorie di tipo economico-politico, in particolare una teoria che è stata sviluppata nel secondo dopoguerra, ovvero la teoria dei giochi”. Lo ha spiegato all’agenzia Dire Vittorio Sanguineti, professore di bioingegneria all’Università di Genova. “Le teoria dei giochi- ha proseguito- è una branca della matematica che cerca di descrivere e spiegare le proprietà di due agenti che hanno obiettivi non completamente coincidenti e neppure completamente divergenti. Si tratta di una teoria che è stata applicata soprattutto in ambito economico e politico, ad esempio nel confronto tra i due blocchi contrapposti”.
“Ho quindi parlato di qualche risultato sperimentale che abbiamo raggiunto con il mio gruppo sullo studio dei movimenti e l’applicazione a questo della teoria dei giochi- ha evidenziato Sanguineti- ovvero come fanno due persone a sviluppare una forma di coordinazione, una coordinazione emergente. È il caso, per esempio, di due ballerini, di due lavoratori che devono trasportare insieme un peso. Ma è anche il caso di un terapista e di un paziente, in cui c’è il primo cerca di massimizzare il recupero e il secondo cerca da un lato di completare gli esercizi che gli vengono richiesti e, dall’altra, di minimizzare lo sforzo”.
“Tutti questi problemi- ha poi informato- hanno in comune il fatto che possono essere studiati usando proprio la teoria dei giochi. Nella mia relazione ho mostrato come questa teoria possa essere molto potente nel prevedere i meccanismi attraverso cui queste coordinazioni si sviluppano. Ho poi concluso il mio intervento mostrando due possibili piste nella oro applicazione alla riabilitazione”.”Nella prima- ha reso noto- c’è la possibilità di costruire degli agenti artificiali ma realistici, che usano gli stessi meccanismi del controllo umano. Questi agenti artificiali vengono usati come un modo per identificare nel paziente aspetti patologici nella loro capacità di interazione. E vi sono diverse patologie in cui questa capacità di interazione è alterata: dalle demenze all’autismo fino alla schizofrenia”.
“La seconda pista che suggerisco- ha dichiarato il professore di bioingegneria all’Università di Genova- riguarda il beneficio della teoria dei giochi per la riabilitazione neuromotoria, ad esempio in una persona con postumi da ictus che si esercita con un terapista o con un agente robotico”.”Alla fine del mio intervento- ha concluso- evidenzio come le categorie della teoria dei giochi possano suggerire modi migliori di costruire robot migliori e più efficaci per facilitare e massimizzare il recupero motorio”.
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