Sab 21 Giugno 2025

Commercialisti, agli “Stati Generali” ascolto negato, confronto escluso

NEWSCommercialisti, agli “Stati Generali” ascolto negato, confronto escluso

Dura denuncia di Anc nei confronti del presidente nazionale della categoria

“Doveva essere un momento di confronto. È diventato l’ennesimo evento a porte chiuse. Gli Stati Generali dei Commercialisti si confermano una vetrina costruita su misura per il presidente del Consiglio Nazionale, senza alcun spazio reale per la pluralità, il dibattito o il contributo dei tanti che ogni giorno tengono in piedi la professione”. Lo rende noto Marco Cuchel (nella foto), presidente dell’Associazione Nazionale Commercialisti.

ANC denuncia l’assenza totale di confronto: nessun coinvolgimento dei sindacati di categoria; nessuno spazio per le Casse di previdenza; nessuna voce concede agli iscritti.

Un modello chiuso, verticistico, autoreferenziale che si ripete identico a sé stesso, mentre si continua a parlare — con sorprendente disinvoltura — di riforma dell’art. 25 del D.Lgs. n. 139/2005.

Riforma “per la partecipazione”, ma solo sulla carta. Emblematica, poi, la scelta di organizzare una sessione riservata a presidenti e consiglieri degli Ordini, ‘blindata’ e sottratta al dibattito pubblico.

Il confronto si fa tra pari, non tra invitati selezionati. Questa impostazione non è modernità: è gestione elitaria di una professione che ha bisogno di apertura, non di cerimonie.

Inaccettabile, infine, l’assenza totale di rappresentanza femminile tra i relatori. Nel 2025, all’interno di un evento che pretende di parlare di futuro, questo non è solo un errore: è un segnale. E ANC lo legge chiaramente: c’è chi intende fermare, o ignorare, il cammino verso la parità di genere.

Per ANC, questa non è solo un’occasione mancata. È la conferma di un modello che non rappresenta la categoria, ma ne ostacola la crescita.

ANC continuerà a battersi per una professione costruita dal basso, fondata su: partecipazione reale, trasparenza dei processi e ascolto delle voci critiche.

Perché senza confronto, non c’è futuro. E senza futuro condiviso, non c’è professione che tenga.

Check out our other content

Check out other tags:

Most Popular Articles