Serve gestione diretta e controllata dei flussi migratori
Roma, 15 ott. (askanews) – Nei campi italiani mancano centomila lavoratori per garantire la raccolta dei prodotti e la lavorazione dei terreni, ma anche le attività di trasformazione e quelle più specialistiche. Lo ha sottolineato Coldiretti in occasione dell’incontro sul lavoro in agricoltura svoltosi oggi a Palazzo Rospigliosi a Roma, al quale hanno partecipato tra gli altri il presidente Ettore Prandini, il segretario generale Vincenzo Gesmundo e il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Calderone.
Le imprese che assumono dipendenti in agricoltura sono oltre 185.000 ed occupano circa di 1 milione di lavoratori, per oltre 120 milioni di giornate di lavoro, di cui circa 1/3 è rappresentato da occupati provenienti da altri Paesi. “Una presenza importante – spiega Coldiretti – che non basta però a coprire le necessità delle imprese agricole, anche per alcune lacune nell’attuale normativa, a partire dal meccanismo del click day, con poche quote e non tempestive rispetto alle esigenze di stagionalità del settore agricolo. Capita spesso, infatti, che il lavoratore arrivi quando le attività di raccolta per le quali era stato chiamato sono già terminate”.
La confederazione agricola chiede quindi che, per superare le attuali difficoltà si passi “ad una gestione diretta e controllata dei flussi migratori e le ultime modifiche introdotte alla normativa sul decreto flussi rappresentano un passo importante verso la semplificazione e il rispetto dei tempi di ingresso dei lavoratori, che vanno ora implementate con un maggiore coinvolgimento delle associazioni datoriali e dei consolati”.