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Cnpr Forum: “Ridurre il carico giudiziario è la priorità”

EconomiaCnpr Forum: “Ridurre il carico giudiziario è la priorità”

Rastrelli (FdI): “Riforma sia più condivisa possibile”

Lacarra (Pd): “Su abuso d’ufficio rischio procedura d’infrazione”

Calderone (FI): “Polemiche con magistratura inutili e dannose”

D’Orso (M5s): “Proposta Nordio inemendabile, va ritirata”

“Vogliamo che questa riforma giudiziaria sia il più possibile consensuale. Ci auguriamo che i conflitti politici e giudiziari che hanno caratterizzato le ultime stagioni appartengano ormai al passato.

Il disegno di legge Nordio si muove verso una ipotesi di giustizia che riteniamo in definitiva giusta, secondo il nostro programma elettorale, secondo i precetti della Costituzione, e tende a instaurare un sistema di garanzie privo di storture nel nostro ordinamento. Tali da coniugare le esigenze di giustizia con la migliore tutela che lo Stato di diritto deve garantire ai cittadini”.

Lo ha dichiarato Sergio Rastrelli, senatore di Fratelli d’Italia e segretario della Commissione Giustizia a Palazzo Madama, nel corso del webinar “Giustizia, una riforma in discussione” promosso dalla Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili presieduta da Luigi Pagliuca.

“A partire dall’abolizione dell’abuso di Autorità, dalla revisione del traffico di influenze, da una più adeguata regolamentazione delle intercettazioni e dall’integrazione del contraddittorio per l’emissione di misure preventive. Si tratta di una serie di interventi correttivi e costituzionalmente orientati”.

Marco Lacarra (deputato del Pd in Commissione Giustizia alla Camera) ha espresso scetticismo: “La riforma Cartabia ha fatto passi avanti, ma sono necessari ulteriori interventi per soddisfare le richieste europee di un sistema giudiziario rapido ed efficiente. C’è molta confusione e la risposta del Governo è molto macchinosa.

È necessario un intervento legislativo che riduca l’onere delle procedure giudiziarie. Invece, si rischia di ricorrere all’abuso di Autorità, causando contenziosi con l’Europa e procedure di infrazione.

È un caos ed è preoccupante che l’attenzione si concentri in modo anomalo su reati che non appassionano gli italiani, come il sistema dei rave party e il reato universale di gestazione per altri. Il PNRR è un’occasione per far ripartire il Paese, iniziando dalla produttività del sistema giustizia. Sempre che le risorse siano utilizzate bene”.

Tommaso Antonino Calderone (Forza Italia), presidente della Commissione Parlamentare per il contrasto degli svantaggi derivanti dall’insularità, ha fatto riferimento al rispetto dei ruoli tra i poteri dello Stato: “Questo disegno di legge racchiude la volontà del Governo di riforma della giustizia.

Il Parlamento può migliorare questo aspetto. Per quanto riguarda l’abuso di potere, sono pienamente favorevole all’abrogazione di questa norma che paralizza la Pubblica Amministrazione e terrorizza funzionari e dirigenti.

Sarebbe utile modificare le norme sul traffico di influenze, che in alcuni casi non possono essere applicate, e migliorare le misure cautelari. Bene anche le norme che prevedono un sistema collegiale di giudici per le decisioni sulle misure cautelari e le norme che limitano la pubblicazione delle intercettazioni.

La polemica con la Magistratura è inutile e mina il prestigio politico. Tuttavia, la Magistratura deve abituarsi all’idea che siamo noi a scrivere la legge. La direzione deve essere quella di bilanciare le esigenze di tutela degli obiettivi e la velocità del processo, senza mai punire il diritto all’autodifesa dell’imputato”.

Valentina D’Orso (deputata del M5s Commissione Giustizia) critica quanto segue: “Questo perché il disegno di legge Nordio è immodificabile e, dal nostro punto di vista, inaccettabile. I cittadini devono sapere che il disegno di legge non contiene nulla che possa realmente contribuire ad accelerare i processi. Sembra piuttosto strutturato per dare all’opinione pubblica italiana un messaggio culturale devastante: tutti sono liberi e impuniti.

L’abolizione del reato di abuso di Autorità e il declassamento del reato di vendita illecita di influenza sono in contrasto con il rafforzamento di entrambi i reati in Europa e sono sintomatici di un sistema giudiziario classista che chiude un occhio su abusi di potere e su intrighi dei colletti bianchi.

Per non parlare della regola secondo cui i Pubblici Ministeri non possono appellarsi alle assoluzioni, già dichiarata incostituzionale in passato. È previsto un ampliamento della pianta organica di 250 unità a causa della carenza di oltre 1.000 magistrati. Non c’è niente da fare”.

Il punto di vista dei professionisti è stato espresso da Antonio Moltelo, commercialista Odcec di Nola: “Tra le tante riforme in corso nel nostro Paese, quella giudiziaria è una delle più attese. Negli ultimi tempi la situazione è molto accesa, non solo a causa del clima, ma anche per il dibattito sul controverso ddl appena approvato dal Consiglio dei Ministri.

È necessario chiarire le possibili soluzioni e ci sono diversi nodi da sciogliere. Un sistema giudiziario all’avanguardia, efficiente e con tempi certi è anche la base per una ripartenza economica. Il PNRR ha stanziato un budget di circa 3 miliardi per la riforma del sistema giudiziario.

Le richieste di decisioni giudiziarie tempestive da parte di cittadini, imprese, investitori e osservatori internazionali sono in aumento. Si tratta di elementi fondamentali per aumentare la competitività del nostro Paese e incoraggiare gli investitori stranieri a investire in Italia”.

Secondo Paolo Longoni (consigliere dell’Istituto nazionale esperti contabili): “Il tema giudiziario è molto complesso. “Da un lato è necessario adottare misure per ridurre il carico della Magistratura, ma dall’altro è necessario contrastare le abitudini e le tendenze dei cittadini a ricorrere alla Magistratura.

Le misure deflattive sono necessarie e criticabili, ma ci sono ancora troppe persone che si affidano alla Magistratura. La riduzione della durata dei processi civili e penali, che rappresenta un ostacolo per il nostro Paese, dovrebbe essere una priorità assoluta. Spesso le sentenze devono aspettare anni e anni. Ma eliminare un certo livello di sentenze non mi sembra una scorciatoia adeguata”.

Michele Santomauro

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