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Bove e il malore: da Eriksen a Ndicka, chi è tornato in campo dopo la paura

Dall'Italia e dal MondoBove e il malore: da Eriksen a Ndicka, chi è tornato in campo dopo la paura

(Adnkronos) –
Il malore accusato ieri, al minuto 16 di Fiorentina-Inter, da Edoardo Bove ha spaventato tifosi e appassionati. Il calciatore è in condizioni stabili e ha passato una notte tranquilla, dopo essere stato ricoverato in terapia intensiva all’ospedale Careggi di Firenze. 

Fortunatamente i primi esami hanno escluso danni al cuore o al cervello, facendo tirare un sospiro di sollievo. Ma quello di Bove non è il primo caso di malore accusato in campo da un calciatore professionista. 

 

Lo scorso anno era stato Evan Ndicka ad accasciarsi al suolo durante un Udinese-Roma. Il difensore giallorosso aveva accusato un trauma pneumotoracico ed era stato trasportato subito in ospedale, riuscendo a rimettersi in tempi brevi. Prima di lui, durante l’Europeo del 2021, era stato Christian Eriksen, al tempo centrocampista dell’Inter, a subire un arresto cardiaco in campo. Le immagini dei compagni intorno a lui e l’intervento provvidenziale del capitano Kjaer hanno fatto il giro del mondo, con il danese salvato proprio grazie all’immediato intervento dei soccorritori.  

Durante l’Europeo, Eriksen, all’epoca giocatore dell’Inter, subì un arresto cardiaco in campo. Fu salvato grazie all’intervento immediato dei soccorritori, sottolineando l’importanza delle misure di emergenza. In seguito all’incidente al giocatore è stato impiantato un dispositivo ICD, ovvero un defibrillatore cardioverter. A causa delle regole interne alla Serie A però, che non permettono a un giocatore di scendere in campo con un peacemaker, Eriksen ha dovuto lasciare i nerazzurri e tornare in Inghilterra, dove ha vestito prima la maglia del Brentford e poi quella del Manchester United. 

Nel 2018 una tragedia scosse l’Italia. Davide Astori fu trovato morto nella sua stanza d’hotel prima del match tra la Fiorentina e l’Udinese. La causa del decesso fu una fibrillazione ventricolare, legata a un problema cardiaco genetico che non era stato rilevato dalle tante visite mediche a cui sono sottoposti i calciatori professionisti. 

Prima di Astori, fu Piermario Morosini a trovare la morte su un campo da calcio. Il centrocampista del Livorno perse i sensi durante una partita di Serie B contro il Pescara e morì poco dopo. Morosini soffriva di cardiomiopatia aritmogena, un problema cardiaco rilevato solo dopo il decesso. La tragedia di Morosini ha ricordato quella di Antonio Puerta, difensore del Siviglia deceduto nel 2007 a causa di un arresto cardiaco in campo. 

Nel 1989 Lionello Manfredonia, all’epoca giocatore della Roma, accusò un arresto cardiaco in campo durante una gara contro il Bologna, ma fu salvato dal pronto intervento dei medici, dovendo però interrompere prematuramente la propria carriera. Non fu altrettanto fortunato Andrea Cecotti, che nel 1977 con la maglia della Pro Patria, morì in ospedale dopo aver accusato una trombosi alla carotide mentre era in campo. 

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