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Ambiente, Osservatorio amianto: a Taranto una emergenza sanitaria

AttualitàAmbiente, Osservatorio amianto: a Taranto una emergenza sanitaria

“6.500 decessi in tutta la Puglia nel periodo dal 1993 ad oggi”
Roma, 16 nov. (askanews) – “Taranto è l’epicentro ormai da decenni di una drammatica crisi sociale, sanitaria ed occupazionale, alimentata dal ricatto del falso dilemma morire di fame o morire di lavoro. Si è preferito mantenere operativo un sito altamente dannoso per la salute umana, anche per i cittadini, piuttosto che tutelare la salute, in un contesto ulteriormente fragile per l’utilizzo di amianto e altri cancerogeni nell’organizzazione dell’Arsenale della Marina Militare e delle unità navali. Le conseguenze della lesione della salute e della pubblica incolumità, sono certificate dalla imponente epidemia di malattie asbesto correlate tra i dipendenti civili e militari del Ministero della Difesa stanziati nella città (oltreché imbarcati sulle unità navali)”. Lo ha detto l’avvocato Ezio Bonanni, Presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto all’incontro organizzato dall’associazione e moderato dalla giornalista Mediaset, Valentina Renzopaoli: “Amianto, Taranto prigioniera – analisi, soluzioni sociali e giuridiche” che si è tenuto nel Salone degli Specchi, Palazzo di Città.
Dopo i saluti del presidente del Consiglio Comunale, Luigi Abbate, sono stati presentati gli ultimi dati sulla situazione sanitaria del territorio e affrontate le problematiche relative all’accertamento dell’esposizione ad amianto, anche ai fini del prepensionamento e della rivalutazione delle prestazioni pensionistiche. “La Regione Puglia, secondo le rilevazioni del ReNaM, ferme al 2018, riportano 1.302 casi di mesotelioma, e negli anni successivi, secondo la rilevazione dell’ONA, sono stati registrati circa 400 nuovi casi (1.700 casi in totale), in netto crescente aumento – ha sottolineato Bonanni – questo dato è allarmante perché i cluster sono circoscritti al foggiano in modo limitato, alla città di Bari per la presenza della Fibronit, e a Taranto che è il vero e proprio epicentro di un’emergenza sanitaria e sociale, anche per tutte le altre patologie asbesto correlate e per altre neoplasie dovute ad altri cancerogeni. Perciò, ad una più attenta valutazione, il dato epidemiologico corrisponde a circa 3.400 casi di cancro del polmone asbesto correlato, con un indice di mortalità entro i cinque anni rispettivamente del 93% per il mesotelioma e dell’88% per il cancro del polmone. Pertanto, tenendo conto delle altre patologie asbesto correlate, si superano i circa 6.500 decessi in tutta la Puglia nel periodo dal 1993 ad oggi. Stime prudenziali che si riferiscono in particolare in alcuni quartieri della città tra i quali Tamburi, Paolo VI, Città Vecchia-Borgo, il 68% diagnosticati in individui di sesso maschile e il restante 32% in quelli di sesso femminile”.
(Segue)

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