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All’Europarlamento destra spaccata in tre sul prestito Ue all’Ucraina

AttualitàAll'Europarlamento destra spaccata in tre sul prestito Ue all'Ucraina

Ecr a favore, Sovranisti contro, Patrioti divisi (Lega astenuta)
Bruxelles, 22 ott. (askanews) – I gruppi della destra del Parlamento europeo si sono divisi nettamente, con tre posizioni diverse, oggi a Strasburgo, durante il voto della plenaria del Parlamento europeo che ha dato il via libera definitivo (con 518 voti favorevoli, 56 contrari e 61 astensioni) al prestito Ue straordinario fino a 35 miliardi di euro all’Ucraina, da rimborsare con i futuri proventi derivati dagli asset congelati della Banca centrale russa situati nell’Unione.
Mentre gli eurodeputati del gruppo conservatore Ecr (tra cui quelli di Fratelli d’Italia) si sono espressi massicciamente a favore del prestito all’Ucraina (con solo tre contrari e tre astenuti), i sovranisti nazionalisti del gruppo Esn (i tedeschi dell’Afd) hanno votato tutti contro (20 voti). Spaccati al loro interno, invece, i “Patrioti”, che comprendono la Lega, il Rassemblement national francese di Marine Le Pen e il partito Fidesz del premier ungherese Viktor Orban. Nel gruppo ci sono stati 39 astenuti (tra i quali tutti i leghisti italiani e i francesi del Rn), sette contrari e 22 favorevoli.
“La Lega – spiega un comunicato della delegazione del Carroccio nel gruppo dei Patrioti -, in tutte le sedi e a tutti i livelli, al governo così come in Europa, ha sempre sostenuto l’Ucraina e il suo sacrosanto diritto a difendersi dall’aggressore. Al tempo stesso, abbiamo espresso in più di un’occasione forti perplessità verso chi, in Occidente sembra preferire l’escalation militare alla diplomazia, soffiando sul fuoco e con il rischio concreto di una terza guerra mondiale”.
“Il sostegno a Kiev – sottolinea la nota della Lega – non può trasformarsi in un assegno in bianco, senza alcun controllo e condizionalità relativo all’acquisto di armamenti. In assenza di adeguate garanzie, la Lega si astiene sulla proposta della Commissione europea. Se davvero si desidera la pace, i finanziamenti Ue non possono in alcun modo favorire l’escalation della guerra”, conclude la nota.

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