Proposta a Lollobrigida al primo summit della cooperazione lattiero-casearia
Milano, 20 nov. (askanews) – Attivare una Organizzazione comune di mercato (Ocm) per il settore latte. E’ la proposta che avanzata dalle tre centrali cooperative riunite in Alleanza delle cooperative italiane (Fedagripesca Confcooperative, Legacoop Agroalimentare e AgciAgrital), al ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, e agli europarlamentari al primo summit della cooperazione lattiero-casearia organizzato da Alleanza Cooperative Agroalimentari dal titolo “Latte italiano: la forza della cooperazione”.
Le argomentazioni a sostegno della richiesta sono state supportate da alcune proiezioni emerse da due studi realizzati dall’Università Cattolica del Sacro Cuore e dalla Fondazione Crpa. “La proposta del sistema cooperativo lattiero-caseario – ha spiegato a nome di Alleanza cooperative il presidente del settore lattiero-caseario di Confcooperative Fedagri, Giovanni Guarneri – non è quella di ottenere ulteriori risorse, bensì di razionalizzare l’allocazione delle risorse Pac in modo da attivare degli strumenti che consentano un approccio più mirato a migliorare la competitività del settore lattiero-caseario e a consentire al settore un adattamento al mutato contesto ambientale, economico e dei consumi”.
Come è emerso nella relazione della Crpa, a differenza di altre tipologie di sostegni finanziari previsti dalla Pac come quelli calcolati sul numero di capi, gli interventi settoriali concedono contributi sulla base di progetti specifici presentati dalle organizzazioni dei produttori o dalle associazioni di organizzazioni dei produttori per affrontare specifici temi.
“Con l’istituzione di una Ocm anche per il settore latte – ha dichiarato il presidente di Legacoop agroalimentare, Cristian Maretti – le imprese avranno la possibilità di fare investimenti strutturali necessari per consentire al settore di introdurre innovazioni che garantiscano anche una crescita del livello di sostenibilità della filiera lattiero-casearia”. Secondo il presidente di Agci-Agrital, Giampaolo Buonfiglio, “attraverso l’Ocm latte è possibile garantire quel livello di aggregazione indispensabile al settore anche nell’ottica di un riequilibrio del potere contrattuale lungo la filiera, nonché per la tutela della zootecnia nelle aree difficili, in particolare nelle aree interne e di montagna”. “Il modello cui ci ispiriamo – ha dichiarato Davide Vernocchi, vicepresidente reggente di Fedagripesca Confcooperative – è quella della Ocm attivata nel settore ortofrutticolo che rappresenta il modello di gestione della Pac più virtuoso: a differenza dei pagamenti diretti, interamente a carico della Pac, agli aiuti che l’Europa eroga alle organizzazioni dei produttori si aggiunge una analoga contribuzione pari al 50% da parte dei produttori, che viene erogata solo a fronte dell’approvazione di un programma operativo e della effettiva esecuzione di interventi ed investimenti su tutta la filiera, i cui effetti hanno ricadute positive in termini economici e occupazionali su centinaia di aziende agricole associate, spesso di piccole dimensioni, che proprio grazie ad un approccio collettivo riescono ad utilizzare più efficacemente i fondi Pac e ad affrontare il mercato. I fondi erogati a OP e cooperative generano inoltre vantaggi positivi anche per l’ambiente, dal momento che una parte dei programmi operativi previsti è riservata ad azioni di natura ambientale”.
Analogamente, con l’istituzione di interventi specifici per il settore lattiero-caseario, si potrebbero finanziare anche in Italia diverse tipologie di interventi come già accade nei Paesi in cui è stata attivata l’Ocm latte, Slovacchia, Bulgaria e Lettonia, partendo dagli investimenti in tema di innovazione tecnologia come la zootecnia di precisione o di risparmio energetico.