ROMA – C’è il “rischio dell’annientamento della popolazione palestinese attraverso morte e sfollamento“: a denunciarlo l’Ufficio dell’Onu per i diritti umani in un rapporto che fa riferimento alla nuova offensiva di Israele nel nord della Striscia di Gaza.
I timori, messi nero su bianco in un documento pubblicato anche online, riguardano anzitutto le aree di Jabalia, Beit Hanoon e Beit Lahiya. In quest’ultima località, secondo il ministero della Sanità di Gaza, almeno 87 persone palestinesi sono state uccise o risultano tuttora scomparse in conseguenza di un raid di Tel Aviv che sabato ha sventrato un palazzo di diversi piani.
IL NORD DELLA STRISCIA DI GAZA È ISOLATO DA 16 GIORNI
Tutta la zona, ricorda l’emittente Al Jazeera, è isolata dalle forze israeliane da circa 16 giorni. Bloccati i trasferimenti di cibo, acqua e medicinali nonché la fornitura di servizi essenziali.
A rischiare di far aumentare il bilancio delle vittime di Beit Lahiya, secondo fonti concordanti, anche gli ostacoli posti alle operazioni di soccorso.
L’offensiva israeliana continua anche in Libano. Bombardate nella notte più aree sia nella valle della Bekaa che a Beirut, la capitale.
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L’articolo A Gaza si continua a morire, l’allarme dell’Onu: “C’è il rischio di annientamento della popolazione palestinese” proviene da Agenzia Dire.
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