Silvestro (FI): “Da governo incentivi per valorizzare capitale umano”
Evi (AVS): “Salario minimo è misura di civiltà”
Trevisi (M5s): “Giovani siano coinvolti nei processi decisionali”
Mascaretti (FdI): “Nuove tecnologie opportunità di sviluppo e occupazione”
“Con questa manovra finanziaria siamo riusciti a lasciare un segno forte sui temi della famiglia, del lavoro e della salute. Dobbiamo avere maggiore fiducia nel modello italiano, che sta tornando ad affermarsi nel mondo, come dimostra l’aumento delle esportazioni.
Dobbiamo puntare sul manifatturiero e sul turismo. Per ripartire ci vorrà tempo, ma stiamo iniziando con decisione un’inversione di tendenza. È molto importante rafforzare il ‘capitale umano’ ed è fondamentale fornire incentivi in questo senso. Anche la logistica, i servizi e i trasporti possono svilupparsi da qui”.
È quanto affermato da Francesco Silvestro (Forza Italia), presidente della Commissione parlamentare bicamerale per le Questioni Regionali, nel corso del Forum “L’Italia non è più un Paese per giovani” promosso dalla Cassa di previdenza dei ragionieri e Esperti contabili, presieduta da Luigi Pagliuca.
“Nella finanziaria sono previsti più soldi per i nuovi contratti e stiamo mettendo in campo tutte le risorse possibili – ha aggiunto Silvestro. Il popolo italiano deve credere in questo cambiamento e deve essere in prima linea come protagonista per far uscire il Paese dal pantano in cui è caduto dopo la pandemia globale e le due guerre. L’altra sfida è quella di far emergere i tre milioni di lavoratori in nero continuando a tagliare la spesa pubblica e restituendo dignità al lavoro”.
La necessità di rivolgersi ai giovani e alle donne è stata ribadita da Eleonora Evi (Alleanza Verdi Sinistra) segretaria della Commissione Attività Produttive alla Camera dei Deputati: “Non si intravedono soluzioni strutturali per tutelare il diritto dei giovani allo studio e al diritto alla casa che vengono costantemente violati.
Un problema molto sottovalutato è quello degli ‘nikikomori’. Il ‘ritiro’ è l’isolamento volontario di troppi giovani per prendere le distanze dal mondo. Lo Stato deve fare qualcosa per evitarlo. Come partito di opposizione, stiamo lottando per vedere finalmente approvate nel nostro Paese misure civili come il salario minimo.
Il nostro pensiero va soprattutto ai giovani, ha aggiunto Evi. Gli incentivi proposti dalla Manovra sono benvenuti, ma non possono finire qui. Le misure per prendersi cura delle donne e dei giovani dovrebbero essere attuate con maggiore attenzione per garantire un equilibrio tra vita privata e vita lavorativa e per evitare che il peso della famiglia ricada interamente sulla prima”.
Coinvolgere i giovani nel processo decisionale è la ricetta di Antonio Salvatore Trevisi (M5s), segretario in Commissione Ambiente a Palazzo Madama: “Ho sempre creduto nei giovani. La loro energia è la prima fonte che dovremmo sfruttare.
Il nostro Paese ha tante eccellenze nell’università e ci sono tanti giovani che vogliono contribuire al suo miglioramento, ma il sistema istituzionale ed economico non dà loro spazio. Il Senato ha creato un intergruppo che si chiama ‘Giovani Universitari in Parlamento’ che sta raccogliendo l’adesione di molti giovani da tutta Italia.
Ascoltiamo i loro suggerimenti e cerchiamo di elaborarli coinvolgendoli nel lavoro in ogni fase decisionale. Molte persone hanno grandi idee, ma spesso sono costrette ad andare all’estero perché in Italia non ci sono opportunità.
Lo Stato deve investire nella creazione di nuove opportunità di lavoro di qualità. I Governi devono fare la loro parte, ma purtroppo al momento non è così. Concentrarsi sull’innovazione e sul sistema economico del futuro. Non dobbiamo perdere il treno dell’intelligenza artificiale, la digitalizzazione, le energie rinnovabili e tutti gli altri temi che questo Governo sta cercando di fermare”.
Andrea Mascaretti (deputato di Fratelli d’Italia Commissione Bilancio e Lavoro a Montecitorio) è ottimista: “Siamo a un punto in cui l’Italia sta tornando a emergere, in cui i cittadini sono di nuovo orgogliosi di essere italiani e in cui il nostro Paese ha di nuovo un peso nel contesto europeo e internazionale.
Questo deve dare al Paese e ai suoi giovani lo slancio e la speranza per un futuro migliore. Stiamo pagando il prezzo di anni di politiche sbagliate, come quella sull’immigrazione, che ha avuto un successo solo parziale senza risolvere il problema degli immigrati irregolari.
Paghiamo programmi scadenti, pensiamo ai problemi del sistema sanitario e alla mancanza di medici e alla difficoltà di soddisfare i bisogni a causa delle restrizioni all’accesso alle università.
Oggi – ha evidenziato Mascaretti – c’è una grande crescita grazie alle nuove tecnologie e ai servizi che cambiano velocemente e tutto ciò che riguarda l’intelligence può essere una grande opportunità.
Il Governo non è da meno. Con l’apertura delle scuole superiori ‘Made in Italy’ il prossimo anno, il Governo investirà sui giovani. Ci sarà un grande spazio dedicato a loro e un grande investimento economico e strutturale”.
Il punto di vista dei professionisti è stato espresso da Pasqua Borracci (commercialista e revisore dei conti dell’Odcec di Bari): “Parafrasando il titolo di un famoso film, l’Italia non sembra essere un Paese per giovani.
Manca una risposta politica ai gravi problemi che da decenni affliggono la nostra economia: precarietà del lavoro, mancanza di formazione adeguata e di misure di welfare efficaci, fuga dei cervelli, staticità del benessere sociale, difficoltà di accesso al credito delle imprese e delle famiglie.
Tutte condizioni che ostacolano le politiche di maternità e che hanno messo in seria difficoltà il già precario equilibrio socio-economico del nostro Paese. Di fronte a questa vera e propria emergenza, servono innanzitutto misure concrete per dare un vero lavoro alle donne e ai giovani. Solo così potremo finalmente far ripartire l’economia del nostro Paese e arrestare la sanguinosa e continua fuoriuscita di capitale umano”.
Le conclusioni sono state affidate a Paolo Longoni (consigliere Istituto nazionale Esperti contabili): “Solo il 25% della popolazione ha meno di 35 anni. Il loro numero continua a diminuire.
Dobbiamo chiederci le ragioni di questo fenomeno. Bassi salari, discontinuità, sfruttamento e lavoro precario. Queste sono le caratteristiche dei lavori che sono costretti ad accettare per sopravvivere.
Una generazione svuotata della possibilità di progettare la propria vita. Sono necessari interventi a medio e lungo termine. È necessario sviluppare la scuola e la formazione professionale e non tagliare i fondi destinati a questi settori.
È necessario uscire dal vortice dell’insicurezza per andare verso un futuro sostenibile per coloro che devono pianificare la propria vita. Sovvenzionare l’occupazione attraverso la decontribuzione è un buon punto di partenza. A patto che tale assunzione non comporti salari bassi”.
Michele Santomauro