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Malattia del Congo: “Andrea stava bene quando è partito, nessun contagio”

PoliticaMalattia del Congo: “Andrea stava bene quando è partito, nessun contagio”

PADOVA- L’ultima volta che si sono sentiti per telefono è stata domenica: “Andrea mi ha detto che non era riuscito a dormire, non si sentiva bene e aveva la febbre, ma non sembrava nulla di grave, aveva 37,5 non di più”. Poi è andato a dormire ed “è spirato nel sonno”. Carol Yuanga Ilako parla da Kimshaha, capitale della Repubblica Democratica del Congo. È la compagna di Andrea Poloni, il 55enne di Trevignano, in provincia di Treviso, rientrato dal paese africano pochi giorni fa e deceduto nella notte tra domenica e lunedì scorso, a causa della malattia- all’origine definite ‘sconosciuta’ ma da ieri ricondotta alla malaria- che sta mietendo centinaia di vittime in Congo. Come riporta ilGazzettino.it, la donna ha molti dubbi su cosa abbia portato alla scomparsa del compagno: Poloni è il primo viaggiatore rientrato in Italia dal Congo che ha contratto questa patologia a non avercela fatta.

A trovarlo quando ormai era troppo tardi è stata la figlia 21enne di Andrea, Eleonora, lunedì scorso: era andata a trovarlo perché vive con la madre a Valdobbiadene, spiega Carol, “l’ha trovato a letto, è spirato nel sonno. Aveva un volto sereno”. I dubbi di Carol confermano il quadro che sta emergendo dagli esami dei laboratori dell’Istituto Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani, fatti per capire l’origine della malattia congolese. Non si tratterebbe infatti di un virus contagioso, ma sarebbe riconducibile alla malaria, malattia causata da un protozoo trasmesso da insetti-vettori. “Andrea non ha avuto nessuna malattia contagiosa- dice infatti Carol ai cronisti- Siamo sempre stati assieme in questi giorni e quando ci siamo salutati stava bene. Se no saremmo tutti nelle sue stesse condizioni”. La stessa spiega di aver fatto tutti gli esami del sangue e che sono risultati negativi.

IN CONGO PER PORTARE AIUTI E REALIZZARE UN LABORATORIO TESSILE SOLIDALE

Si commuove mentre parla del compagno: con lui era arrivata in Africa l’8 novembre scorso, avevano portato un container di aiuti e utensili per la comunità di Mbandaka. Carol infatti presiede un’associazione no profit, “Banda Ekanda Odv”, che porta avanti progetti per aiutare la popolazione locale. In questo viaggio con Andrea avevano portato tutto il necessario per aprire un laboratorio tessile, in modo da insegnare una professione ai giovani. “Siamo arrivati qui in Congo un mese fa. Abbiamo portato un container pieno di aiuti per le popolazioni locali. Il problema è che ci stanno mettendo un sacco di tempo a sdoganarlo- spiega Carol- E siamo sempre rimasti qui, nella zona di Kinshasa. Andrea ed io stavamo aspettando, ma il commercialista lo ha chiamato perché doveva risolvere alcune questioni legate alle sue attività”. Doveva chiuderle per portare avanti il progetto di aiuti con Carol: “Lui era un esperto di agricoltura, ma anche di pannelli fotovoltaici. Mi ha aiutato molto nella raccolta del materiale- spiega la donna al Gazzettino.it- abbiamo portato in Congo di tutto, dai vestiti usati alle vecchie biciclette, dagli attrezzi agricoli alle macchine da cucire. L’obiettivo è quello di aiutare le persone a costruirsi un futuro con il lavoro, ma anche dare sostegno ai bambini che vivono per strada”.

“SIAMO STATI LONTANI DA ZONE A RISCHIO”

Per Carol è difficile pensare che Andrea si sia ammalato in Congo: “Non credo abbia contratto qui una malattia contagiosa. Altrimenti dovrei essere malata anche io e pure le persone che abbiamo incontrato. E poi non siamo stati in alcuna zona epidemica. Siamo stati lontano da aree a rischio”. E ribadisce: “Ho già effettuato tutti i test possibili. Non ho niente. Non mi spiego cosa possa essere successo ma mi spiace si pensi abbia contratto qualche malattia infettiva”. La donna ha parlato con i medici in Italia che stanno cercando di risalire la china per spiegare le zone in cui sono stati e cosa hanno fatto. Andrea era partito martedì della scorsa settimana da Kinshasa: “Stava bene quando ci siamo salutati”, assicura la compagna. Poi sono rimasti in contatto con il cellulare, fino a domenica. Sono bastati 5 giorni perché la malattia portasse il 55enne alla morte.

“PORTERÒ A TERMINE IL PROGETTO INIZIATO CON LUI”

Ora non resta che il dolore per la sua perdita. Ma Carol è determinata a rendere omaggio alla sua memoria nel migliore dei modi: “Voglio portare a termine il progetto che abbiamo iniziato assieme- spiega infine- Ci siamo conosciuti un anno e mezzo fa. Io sono congolese ma abito da molti anni a Quero. Ora mi ero trasferita da lui a Signoressa di Trevignano e ho potuto stargli accanto: era una persona fantastica e so che aiutare chi ha più bisogno era ciò che più voleva. Voglio farlo per lui”.

(Nella foto di apertura Andrea Poloni e Carol Yuanga Ilako, FONTE: pagina FB di “Bana Ekanga ODV”)
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