BOLOGNA – Il Drago di Vaia sotto la tempesta di neve. Risorto dopo l’incendio che lo aveva distrutto nell’estate del 2023, la scultura del drago di Vaia ora si staglia, in tutta la sua bellezza, a Lavarone sulla cima dell’Alpe Cimbra, dove sfida anche l’inverno e la tempesta di neve. Sono immagini bellissime quelle rilanciate dal video di Gianmaria Lobbia e pubblicate sul profilo di Lavarone Green Land.
Il Drago Vaia è una scultura di ‘land art’ realizzata dall’artista Marco Martalar per ricordare la terribile tempesta Vaia: era stato realizzato proprio con i tronchi abbattuti dalla violenta tempesta di fine ottobre 2018, che ha cambiato per sempre l’aspetto di una buona parte delle Dolomiti del Veneto. In origine, il Drago era stato realizzato con mesi e mesi di lavoro, utilizzando 3.000 viti e 2.000 scarti di arbusti. Nella notte tra il 22 e il 23 agosto 2023 il drago andò bruciato a causa di un incendio doloso. Ma l’artista, pur nella forte delusione, decise subito di farlo rinascere, ancora più grande di prima. Grazie a una raccolta fondi partecipatissima avviata la notte stessa dell’incendio dal sindaco di Lavarone e grazie al sostegno arrivato da più parti, il ‘nuovo’ drago è stato inaugurato l’estate scorsa ed è grande più del doppio della precedente: è infatti lunga 15 metri, mentre la precedente si fermava a sette, ed è stata realizzata (volutamente) con legno bruciato. È “scultura di drago più grande del mondo”, ha fatto sapere l’artista, che ha all’attivo molte sculture giganti con la tecnica della land art.
A LAVARONE 45 CENTIMETRI DI NEVE
Questo il post sul profilo di Lavarone Green Land: “La prima neve “seria” è arrivata, portando con sé una coltre di silenzio e bellezza che trasforma il paesaggio. A Lavarone, sono caduti ben 45 cm di neve, un manto che avvolge tutto con delicatezza e mistero. Ma la magia di questo inverno non finisce qui. Tra i fiocchi che si posano leggeri sul terreno, emerge la figura del Drago Vaia, simbolo di rigenerazione, resilienza e rinascita. Ogni fiocco che scende è un segno di vita che riparte, di un paesaggio che, come il Drago, risorge dalle sue ceneri. È il momento perfetto per fermarsi, respirare l’aria fresca e immergersi in questa atmosfera unica, dove la neve non è solo fredda, ma carica di significati profondi”.
COME RAGGIUNGERE IL DRAGO
Per chi volesse andare a vedere da vicino il drago innevato, ecco le raccomandazioni importanti da seguire: attrezzarsi anche con i ramponcini, parcheggiare a Cappella, oppure a Gionghi e cost evitare Bertoldi. E, infine, attenzione perchè il sentiero da Bertoldi è chiuso perché attraversa la pista da sci.
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