di Sara Calabria
NEW YORK – Per Luigi Mangione, 26 anni, presunto killer del ceo di UnitedHealthcare Brian Thompson, l’accusa è di omicidio di primo grado e di due omicidi di secondo grado, incluso quello per atto di terrorismo. Lo ha annunciato il procuratore distrettuale di Manhattan Alvin Bragg, che ha definito l’omicidio “vergognoso, premeditato e mirato”. Sui social però l’accusa di terrorismo ha scatenato un’ondata di polemiche. “Queste accuse sono ridicole. Luigi non ci ha terrorizzati. È l’industria delle assicurazioni sanitarie private a terrorizzarci, mandandoci in bancarotta e togliendoci ogni speranza” si legge in uno dei tanti commenti che hanno invaso la rete.
LE TENSIONI SUL TEMA ASSICURAZIONI SANITARIE
Dopo che i giornali hanno deciso di non pubblicare per esteso il Manifesto del giovane, ritrovato nel suo zaino il giorno della cattura (soltanto un giornalista indipendente ha deciso di farlo) probabilmente anche per evitare un ”effetto domino” e dopo che il New York Times, nei giorni scorsi, aveva pubblicato un editoriale (duramente criticato dai lettori) di Andrew Witty, amministratore delegato di UnitedHealth Group, il quale gettava acqua sul fuoco, sottolineando di volere “un sistema sanitario che funzioni meglio per tutti” e affermando che “questo è il proposito della nostra organizzazione”, l’annuncio del procuratore distrettuale di Manhattan è soltanto l’ultima puntata di una tragedia che vede l’America guardare in faccia le sue contraddizioni. E l’intera vicenda, lungi dal placarsi, è diventata il riflesso delle tensioni di un paese diviso, con opinioni polarizzate che riflettono profonde contraddizioni sociali.
In un’intervista rilasciata nei giorni scorsi all’HuffPost, la senatrice progressista del Massachussets Elizabeth Warren, a proposito dei post e meme celebrativi sul giovane, considerato da molti come un “eroe”, aveva fermamente condannato la violenza (“la violenza non è mai la risposta – aveva spiegato – non c’è mai giustificazione per un omicidio”). Tuttavia, aveva precisato, “la reazione viscerale delle persone in tutto il paese, che si sentono ingannate, derubate e minacciate dalle pratiche vili delle loro compagnie assicurative, dovrebbe servire da avvertimento per tutti nel sistema sanitario”. Le sue parole sembravano aver acceso i riflettori sulla crescente rabbia della gente nei confronti delle compagnie assicurative sanitarie.
L’IMPIEGATO CHE HA CHIAMATO LA POLIZIA E LA RICOMPENSA PROBABILMENTE NEGATA
Non tutti, però, condividono l’idea di considerare Mangione come un simbolo della protesta della gente comune. “È un codardo” ha dichiarato, senza mezzi termini, il Governatore della Pennsylvania, il democratico Josh Shapiro dopo l’arresto del giovane, anche se “in qualche angolo buio” è celebrato come un eroe. Ma “il vero eroe di questa storia è l’impiegato che ha chiamato la polizia” aveva aggiunto. Si riferiva alla telefonata fatta dalla dipendente del McDonald’s al 911, che ha portato all’arresto di Mangione. Sembra che la donna, una certa Nancy Parker, si sia vantata di ciò in un post sul suo profilo Facebook. Che, però, ha avuto vita breve e che ha dovuto cancellare, travolta dalle critiche sui social, dove è stata ribattezzata “McSnitch”, (la “Spiona del McDonald’s”).
Inoltre, è probabile che la ricompensa promessa per la segnalazione non le sarà riconosciuta, per un cavillo tecnico: avrebbe chiamato il 911 invece di una linea apposita. “Ironico, no? Il ceo negava coperture sanitarie grazie ai cavilli legali, e ora lei perde la ricompensa per lo stesso motivo. Il suo reclamo è stato ‘denied’”, hanno commentato cinicamente in rete.
LA PREOCCUPAZIONE CHE IL CASO ISPIRI GESTI SIMILI
La preoccupazione adesso è che il caso di Luigi Mangione ispiri gesti simili. La scorsa settimana, in Florida, Briana Boston, 42 anni e madre di tre figli, è stata arrestata con l’accusa di minacce terroristiche. Dopo essersi vista respingere una pratica sanitaria dalla sua assicurazione, avrebbe perso la calma durante una telefonata con un impiegato, dicendo: “Denied, Defend, Depose. Voi siete i prossimi”.
Le sue parole, un chiaro riferimento a quelle trovate incise sulle pallottole che hanno ucciso Thompson, hanno portato all’arresto della donna. E, come per Mangione, anche per lei è scattato un “crowdfunding” in rete, su GoFundMe, per sostenere le spese legali. “Se invece di minacciare una compagnia assicurativa fosse andata alla polizia per denunciare un ex violento, probabilmente le avrebbero detto che non potevano fare nulla”, è uno dei commenti più condivisi sui social.
MANGIONE OGGETTO DI TATUAGGI E SIMBOLI DI PROTESTA
Intanto, una Assistant Professoressa alla University della Pennsylvania ha definito Mangione una figura “iconica” in alcuni video poi cancellati dai social. “Le mie affermazioni erano inappropriate e le ritiro” ha dichiarato in seguito, cercando di placare le critiche.
Nonostante ciò, il volto del giovane e il suo slogan “Denied, Defense, Depose” sono già diventati oggetto di tatuaggi e simboli di protesta. In molti identificano il suo gesto come ultima reazione alla frustrazione per un sistema percepito come profondamente ingiusto e la tragedia di Brian Thompson e il caso di Luigi Mangione sono diventati il riflesso delle tensioni e delle contraddizioni di un paese sempre più diviso tra speranza e disperazione.
Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo https://www.dire.it