ROMA – Il ciclone Chido ha devastato l’arcipelago francese di Mayotte, nell’Oceano Indiano, uccidendo diverse centinaia di persone, forse migliaia. Lo ha detto il prefetto francese Francois-Xavier Bieuville all’emittente locale Mayotte La 1ere.
Il ciclone ha colpito Mayotte nella notte, ha affermato Meteo-France, con venti di oltre 200 km/h danneggiando abitazioni, edifici governativi e un ospedale. Per i metereologi si tratta del ciclone che si è abbattuto nella zona più potente degli ultimi cento anni.
#Chido 🌪️ Soutien aux Mahorais et à nos camarades mobilisés à #Mayotte. Des renforts de gendarmes seront déployés sur place pour appuyer les équipes engagées. pic.twitter.com/iiDAjcgprU
— Gendarmerie nationale (@Gendarmerie) December 15, 2024
“I miei pensieri sono rivolti ai nostri compatrioti a Mayotte, che hanno vissuto ore orribili e che hanno perso tutto, anche la vita”, ha detto Emmanuel Macron. Le riprese aeree condivise dalla gendarmeria francese mostrano i rottami di centinaia di case di fortuna sparse sulle colline di una delle isole di Mayotte, un punto focale per l’immigrazione illegale dalle vicine Comore, scrive la Reuters.
La Francia colonizzò Mayotte nel 1843 e annesse l’intero arcipelago, comprese le Comore, nel 1904. In un referendum del 1974, il 95% dei cittadini sostenne la separazione, ma il 63% di Mayotte votò per restare francese. Comore, Anjouan e Moheli dichiararono l’indipendenza nel 1975. Mayotte invece è ancora governata da Parigi.
L’arcipelago si trova a circa 8.000 km da Parigi ed raggiungibile in quattro giorni di navigazione. E’ un paese povero, da decenni alle prese con la violenza delle gang e i disordini sociali. Oltre tre quarti della popolazione di Mayotte vive al di sotto della soglia di povertà francese.
Secondo il ministero dell’Interno francese, a Mayotte vivono oltre 100.000 migranti irregolari, ragion per cui sarà complicato stabilire il numero esatto delle vittime.Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo https://www.dire.it