ROMA – I membri dell’Assemblea nazionale della Corea del Sud hanno votato a favore della messa in stato d’accusa del presidente Yoon Suk Yeol, dopo il suo tentativo (fallito in 6 ore) di imporre la legge marziale. Al secondo tentativo il parlamento ha votato l’impeachment, mentre fuori dall’edificio una folla di migliaia di persone festeggia.
Ora i poteri presidenziali di Yoon saranno sospesi, e tutto passerà in mano alla Corte costituzionale. La Corte ha fino a 180 giorni per decidere se destituire Yoon o ripristinarne i poteri. Se Yoon cadesse, entro 60 giorni si dovranno tenere elezioni nazionali per eleggere il suo successore.
Per approvare l’impeachment dovevano votare a favore i due terzi dei deputati, 200 su 300. Oltre i 192 voti delle opposizioni servivano almeno 8 voti del partito di Yoon: sabato scorso furono solo tre, stavolta sono arrivati a dodici.
Decine di migliaia di persone – per le autorità locali sono circa 200.000 – hanno sfidato il freddo pungente e si sono riversate nelle strade di Seul per invocare l’estromissione e l’arresto di Yoon Suk Yeol. Gruppi più piccoli di sostenitori di Yoon si sono radunati invece vicino a piazza Gwanghwamun, intonando canti patriottici e sventolando bandiere sudcoreane e americane. Entrambe le manifestazioni sono in gran parte pacifiche.Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo https://www.dire.it