“Gli attacchi ai convogli umanitari stanno aumentando anche in zone poste sotto il controllo israeliano: gli operatori spesso rimangono uccisi e questo instaura una catena che non favorisce l’accesso alla popolazione civile di beni salvavita. E da alcuni mesi stanno facendo la loro comparsa bande che poi saccheggiano i convogli, i cui ignoriamo la natura”.
Lo denuncia all’agenzia Dire Paolo Pezzati, portavoce delle crisi umanitarie per Oxfam, intervistato a margine della conferenza alla Camera ‘Gaza: per un cessate il fuoco immediato. Mezzo milione di firme alla Presidente Meloni’.
Oxfam Italia, con Emergency, Fermatevi!, Medici Senza Frontiere, e i promotori dell’appello ‘#StopCrimesinPalestine’, hanno raccolto 500mila firme per il cessate il fuoco nella Striscia.
Gli organismi, dopo una prima richiesta andata a vuoto, chiedono un incontro con la premier Meloni per fornire aggiornamenti sulla situazione umanitaria nella Striscia.
Pezzati avverte: “Per gli operatori umanitari, lavorare nella Striscia di Gaza oggi è pericolosissimo: l’operazione militare israeliana ha segnato ogni record. Ammontano a 356 gli operatori umanitari morti dal 7 ottobre 2023, una cifra senza precedenti, che testimonia come è difficile portare assistenza alla popolazione civile”.
Il portavoce descrive le difficoltà che il mondo dell’umanitario incontra nello svolgere il suo lavoro: “Primo, far arrivare gli aiuti dentro la Striscia, dato che sono costantemente bloccati da procedure arbitrarie (imposte dalle autorità israeliane, ndr), col fine evidente di rallentare l’ingresso, non far arrivare cibo alla popolazione e così stremarla. Poi, c’è il problema di come distribuirli, una volta entrati”. Gli attacchi ai convogli, continua, “stanno aumentando anche in zone controllate da Israele”.
L’ultimo è di stamani a Khan Younis, lungo la strada Salah al-Din, nel centro di Gaza. La stampa internazionale riferisce che un drone armato ha aperto il fuoco sui camion: “Sappiamo di 69 tir colpiti e 40 morti” dice ancora il referente di Oxfam, grazie alle informazioni che riceve dal terreno. “Ci sono anche feriti. Alla fine di questo attacco- aggiunge- delle bande armate hanno saccheggiato i convogli”.
Ma da chi sono formate queste bande? “Si tratta di un fenomeno nuovo- risponde- che osserviamo da due, tre mesi, ma non stiamo capendo come sia governato, sembrano persone locali, individui provati dalla fame e dagli stenti che si organizzano per ottenere cibo prima degli altri, ma ci sono anche altri livelli che si stanno organizzando e non ne riusciamo a capire la natura”.
Una dinamica, conclude Pezzati, che “va a scapito della popolazione civile, della distribuzione degli aiuti e degli operatori umanitari che vedono la sicurezza ridursi in modo estremo. Infatti dall’1 dicembre l’Unrwa ha deciso di sospendere le operazioni umanitarie dal valico di Karem Shalom”, alla frontiera meridionale con Israele, “proprio per mancanza di sicurezza. Eppure- chiarisce il responsabile- stiamo parlando di zone che dovrebbero essere presidiate dall’esercito israeliano”.
BOLDRINI: MELONI ASCOLTI 500MILA PER CESSATE IL FUOCO
La deputata del Pd Laura Boldrini: “Il 25 novembre diverse organizzazioni umanitarie hanno chiesto udienza alla presidente Meloni per raccontare la situazione umanitaria sul terreno a Gaza e in Cisgiordania: dopo tre settimane, nessuna risposta. Questo è gravissimo. È mancanza di attenzione per una delle più immense tragedie del nostro tempo. E questo pomeriggio partiamo per l’Aia”.
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