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Libano, Netanyahu accetta il cessate il fuoco: “Ora potremo concentrarci sull’Iran”

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FIUGGI – Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha accettato l’accordo di cessate il fuoco con Hezbollah, promosso da Stati Uniti e Francia. L’annuncio, come riferisce la stampa regionale, arriva al termine di un vertice del gabinetto per la sicurezza israeliano, durato circa un’ora. Tale accordo, ha detto intervenendo in un discorso trasmesso dalla tv nazionale israeliana, “consentirà ai cittadini israeliani sfollati di fare ritorno alle loro case”. Quindi ha aggiunto che ad oggi, “Hezbollah non è più quello di prima”. Inoltre, grazie a tale intesa, che porrà fine alle ostilità militari, “ora potremo concentrarci sulla minaccia iraniana: stiamo cambiando il volto della regione”. L’emittente Al Jazeera riferisce che il partito Hezbollah non ha ancora commentato, mentre il via libera del governo libanese ad interim è già arrivato da tempo.

L’intesa prevede l’attuazione della risoluzione 1701 del 2006 che prevedeva la fuoriuscita sia delle truppe israeliane che del gruppo Hezbollah dal sud del Libano. Ora, i combattenti andranno a nord del fiume Litani, mentre tra il fiume e la “linea blu”, vale a dire la frontiera tra Israele e Libano si collocheranno caschi blu della missione Unifil e militari dell’esercito regolare libanese. Da oltre due mesi l’esercito israeliano ha invaso la regione, dopo tensioni che si erano aggravate all’indomani dell’attacco di Hamas del 7 ottobre. Al lancio di razzi di Hezbollah, Tel Aviv ha risposto con raid aerei che hanno causato oltre 4mila morti, la stragrande maggioranza dei quali a partire da settembre. Oltre un milione gli sfollati. Si contano morti anche sul lato israeliano e oltre 100mila sfollati.

Il via libera di Netanyahu avviene mentre in Italia si chiude il G7 Esteri, che “ha impeganto molto la nostra due giorni di lavori”, come ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani. A margine della conferenza stampa di chiusura il sottosegretario Antony Blinken ha aggiunto: “Il cessate il fuoco farebbe una grande differenza nel salvare vite in Israele e Libano, garantendo il ritorno a casa delle persone. Stiamo monitorando molto da vicino”. Inoltre nella conferenza stampa che ha concluso il vertice ha garantito che il lavoro sull’accordo proseguirà “in collaborazione con la prossima amministrazione Trump. Proprio qualche giorno fa ho avuto un lungo confronto telefonico con chi che prenderà il mio posto, Marco Rubio”, il senatore designato da Trump quale prossimo segretario di Stato alla Casa Bianca.

Nella dichiarazione finale, i leader del G7 hanno fatto appello al “cessate il fuoco immediato tra Israele e Hezbollah e la piena attuazione della risoluzione 1701 del 2006 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite”. Si sottolinea nel testo “il ruolo svolto dalle Forze armate libanesi e dalla Forza di interposizione delle Nazioni Unite in Libano (Unifil) nel mitigare le minacce nella regione”. E ancora: “A tal proposito, esprimiamo profonda preoccupazione per i recenti attacchi e attentati contro l’Unifil, che hanno ferito diversi operatori di pace e danneggiato strutture”. Si afferma inoltre: “Siamo preoccupati per l’elevato tasso di vittime civili e per la distruzione di infrastrutture civili critiche, tra cui ospedali e centri di assistenza sanitaria”, nonché “per il massiccio esodo di libanesi e i rifugiati siriani in Libano verso la Siria e l’Iraq. Chiediamo che il diritto umanitario internazionale venga rispettato”.

TAJANI: VICINI AD ACCORDO, ITALIA SARÀ PROTAGONISTA

“Siamo vicini a un accordo ma voglio vedere prima la sua conferma. Sul dopo, ci saranno diverse strutture per vigilare sulla sua attuazione, noi faremo parte di una di queste, siamo anche parte di Unifil, ma ancora non si è parlato di nulla. Bisogna capire se ne faranno parte solo i Paesi militarmente impegnati a sostenere Israele, o anche altri. Ma certamente l’Italia sarà protagonista, me lo ha confermato il ministro degli Esteri francese. Noi siamo pronti e saremo parte di una di queste strutture”. Lo dichiara Antonio Tajani, vicepremier e ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, rispondendo ai giornalisti nella conferenza stampa finale del G7 Esteri a Fiuggi.
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