ROMA – Pete Hegseth è il candidato di Trump alla carica di Segretario alla Difesa, l’equivalente del nostro Ministro della Difesa. Ma ha – come quasi tutti i neonominati del prossimo Presidente degli Stati Uniti – un passato di dichiarazioni che altrove gli avrebbero impedito di concorrere per qualsiasi ruolo di governo. Lo sottolinea il Guardian, che è andato a ripescarne un po’ di uscite “pericolose”, perché si tratta dell’uomo “che dovrebbe guidare il gigantesco esercito americano”.
Hegseth tanto per cominciare sosteneva che l’esercito statunitense dovrebbe ignorare le convenzioni di Ginevra e qualsiasi legge internazionale che regola la condotta di guerra, e e che anzi, dovrebbe diventare una forza “spietata”, “senza compromessi” ed “estremamente letale” orientata a “vincere le nostre guerre secondo le nostre regole”.
“Hegseth – continua il Guardian – era un falco della politica estera allineato al neoconservatorismo”, e ha scritto in modo caustico sulle istituzioni multilaterali in un paio di libri. In American Crusade (AC), pubblicato nel 2020, Hegseth chiede senza mezzi termini: “Perché finanziamo l’ONU anti-americana? Perché la Turchia islamista è membro della Nato?”.
In un’altra parte dello stesso libro, Hegseth denigra l’Onu in Afghanistan nel 2006: “Sulla mia uniforme mimetica, indossavo una bandiera americana su una spalla e una toppa Isaf sull’altra. La battuta ricorrente delle truppe statunitensi in Afghanistan era che la toppa Isaf in realtà stava per ‘Ho visto gli americani combattere'”.
“La Nato non è un’alleanza; è un accordo di difesa per l’Europa, pagato e sottoscritto dagli Stati Uniti”. L’Europa si è già lasciata invadere. Ha scelto di non ricostruire i suoi eserciti, succhiando felicemente il capezzolo della volontà dell’America di combattere e vincere effettivamente le guerre”.
E più avanti: “La difesa dell’Europa non è un nostro problema; ci sono già passato, l’ho già fatto due volte. La Nato è una reliquia e dovrebbe essere smantellata e rifatta affinché la libertà possa essere veramente difesa. Questo è ciò per cui Trump sta combattendo”.
L’Onu? “Un’organizzazione completamente globalista che promuove aggressivamente un programma anti-americano, anti-israeliano e anti-libertà”.
E ancora: “Il nostro momento attuale è molto simile all’XI secolo. Non vogliamo combattere, ma, come i nostri fratelli cristiani mille anni fa, dobbiamo farlo. Abbiamo bisogno di una crociata americana. Noi cristiani – insieme ai nostri amici ebrei e al loro straordinario esercito in Israele – dobbiamo prendere la spada dell’americanismo senza scuse e difenderci. Per noi crociati americani, Israele incarna l’anima della nostra crociata americana. Fede, famiglia, libertà e libera impresa; se amate queste cose, imparate ad amare lo stato di Israele. E poi trovate un’arena in cui combattere per lui”.
Nel libro “The War on Warriors” del 2024, Hegseth sostiene ampiamente che le forze armate statunitensi dovrebbero ignorare le convenzioni di Ginevra: “La domanda chiave della nostra generazione è molto più complicata: cosa fai se il tuo nemico non rispetta le convenzioni di Ginevra? Non abbiamo mai avuto una risposta. Solo più guerra. Più vittime. E nessuna vittoria. E se trattassimo il nemico come loro hanno trattato noi? Non sarebbe questo un incentivo per l’altra parte a riconsiderare la propria barbarie? Ehi, Al Qaeda: se ti arrendi, potremmo risparmiarti la vita. Se non lo fai, ti strapperemo le braccia e le daremo in pasto ai maiali”.
“Stiamo combattendo con una mano dietro la schiena, e il nemico lo sa… Se i nostri guerrieri sono costretti a seguire le regole in modo arbitrario e viene chiesto loro di sacrificare più vite affinché i tribunali internazionali si sentano meglio con loro stessi, non è forse meglio per noi vincere le nostre guerre secondo le nostre regole?! A chi importa cosa pensano gli altri paesi?”.
“Se dobbiamo mandare i nostri ragazzi a combattere – e dovrebbero essere ragazzi – dobbiamo scatenarli per vincere. Hanno bisogno che siano i più spietati. I più intransigenti. I più dannatamente letali possibile”.Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo https://www.dire.it