ROMA – “I social media mi hanno permesso di uscire da molti stereotipi e da molti pregiudizi legati alla disabilità. Specialmente per chi vive in contesti molto piccoli, come i paesini, è ancora più difficile far emergere la propria persona perché la disabilità è la prima cosa che arriva. I social mi hanno, invece, permesso di creare una vita completamente staccata dalla mia condizione. Mi hanno permesso di far diventare il mio attivismo un vero e proprio lavoro, perché dopo il diploma nessuno voleva farmi lavorare per la mia disabilità”. È la storia di Nadia Lauricella, una giovane donna siciliana nata con la focomelia, una malformazione congenita degli arti e del bacino, testimoniata all’evento ‘Raccontare la disabilità: un nuovo protagonismo sui media’, promosso questa mattina al museo MAXXI di Roma dal contact center integrato per la disabilità SuperAbile Inail.
Nadia oggi ha raggiunto un milione e 700mila follower sui social. “Ho dovuto aprire una partita Iva- continua sorridendo- perché è diventato un lavoro che mi ha permesso di creare uno spazio tutto mio. Per me l’inclusione è dare valore ad ogni diversità, che possa essere una disabilità o una qualsiasi altra cosa, come il colore diverso della pelle che molto spesso crea differenza e pregiudizio. Una discrminazione che nel 2024 non dovrebbe più avvenire”, dice.
Su Instagram, Tik Tok e Facebook Nadia fa cultura e informazione. “Racconto un piccolo aneddoto- prosegue- prima la gente mi vedeva e mi additava. Mi diceva ‘Quella persona ha una malattia?’. Oggi posso invece mostrare realmente come sono e le persone mi riconoscono come la ragazza di Tik tok, mi chiedono foto, si rivedono in me perché sono diventata per loro un punto di riferimento positivo da cui prendere esempio e forza”.
Il messaggio che la tiktoker fa arrivare a tutti è “che prima della disabilità c’è sempre una persona che merita di essere conosciuta e di avere lo stesso rispetto pari a tutti gli altri”. Essere presenti e attivi sui social non è sempre facile, arrivano gli attacchi personali e i colpi bassi, e bisogna imparare a gestirli senza farsi ferire. “Non mi aspettavo tanto odio per la mia condizione. Non mi hanno offesa per le mie idee, né per quello che dico. Si sono accaniti contro la mia condizione come se fossi stata io a sceglierla. Questo è allucinante in una società che si reputa all’avanguardia. Ed è violenza nonostante non sia praticata fisicamente”.
Tra le frasi “più leggere” che Nadia Lauricella ha dovuto leggere da alcuni haters c’è chi “mi chiama dinosauro, chi mi ha augurato anche la morte. Mi è stato detto che mia mamma ha sbagliato a farmi nascere. Una cosa allucinante, se un mio contenuto non ti piace scorri e vai avanti- sottolinea l’influencer- Abbiamo molti casi di suicidio di ragazze e ragazzi che non hanno retto questo tipo di pressioni. Questo non deve più avvenire, sono cattiverie. Oggi commentano il mio video, domani lo fanno contro una ragazza con qualche chilo in più o problemi meno visibili dei miei. Biasognerebbe rieducare la società all’empatia e all’amore verso il prossimo”, conclude.
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