mercoledì, 27 Novembre , 24

Su canone Rai e sanità guerriglia Fi-Lega, e Meloni si infuria

Premier richiama all'ordine gli alleati, ma...

Ue, fiducia a von der Leyen, Fdi: maggioranza Ursula non esiste

Procaccini: "Non ci sono vincoli"; Fidanza:...

Ue, Mattarella: agisca con coraggio su dimensione sociale e competitività

"Reponsabilità soprattutto dei paesi fondatori per...

Fiera Milano porta Host in Arabia Saudita: debutto a Riad nel 2026

Nel comparto ospitalità interscambio con Italia...

Ismea: agricoltura italiana seconda in Ue per valore aggiunto

AttualitàIsmea: agricoltura italiana seconda in Ue per valore aggiunto

In 2023 clima ha pesato su annata agraria, valore -3,3%
Roma, 21 nov. (askanews) – L’agricoltura italiana è seconda in Europa per valore aggiunto. Il nostro paese copre poco meno del 17% dell’economia del settore primario dell’UE: un’incidenza, in termini di valore aggiunto, che pone il nostro Paese al secondo posto, appena dietro alla Francia (con il 17,4%), ma davanti a Spagna (14,7%) e Germania (13,8%). Una posizione confermata anche nel 2023, nonostante la riduzione del 3,3% del valore aggiunto in termini reali (al netto cioè della dinamica dei prezzi), conseguente a un’annata agraria pesantemente condizionata dagli eventi climatici avversi. E’ quanto emerge dal Rapporto Ismea 2024 sull’agroalimentare italiano presentato oggi a Roma presso il ministero e alla presenza del ministro Francesco Lollobrigida.
L’annata 2023 è stata negativa per le coltivazioni legnose, che più di altre hanno risentito dell’impatto di grandine e gelo tardivo sulla produzione: frutta (-3%), ma soprattutto vino (-16,1%), che nel 2023 ha sperimentato la peggiore vendemmia dal dopoguerra ad oggi. Il consuntivo dell’anno si è rivelato negativo anche per patate (-4,4%), ortaggi (-1,5%), per il comparto florovivaistico (-3,8%) e per la zootecnia (-2,6% le carni bovine e -1,1% il latte).
Le coltivazioni erbacee, al contrario, hanno registrato un andamento complessivamente positivo, in particolare le colture industriali (+8,5%) e i cereali (+6,6). In recupero la produzione di olio di oliva, aumentata in misura significativa (+36%) anche se lontana dai potenziali.

Potrebbe interessarti

Check out other tags:

Articoli Popolari