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I dati di Piantedosi sui femminicidi: “Su 96 vittime nel 2024, 82 in contesti familiari o affettivi”

PoliticaI dati di Piantedosi sui femminicidi: “Su 96 vittime nel 2024, 82 in contesti familiari o affettivi”

ROMA – “Dati alla mano, oggi ci troviamo di fronte a numeri che sinceramente continuano a scuotere le nostre coscienze e che confermano l’esigenza di un’azione istituzionale e sociale congiunta. Dal primo gennaio al 3 novembre di quest’anno in Italia sono stati registrati 263 omicidi complessivi, in questi 96 vittime erano donne, 82 sono state uccise in contesti familiari o affettivi e 51 di loro hanno perso la vita per mano del partner o dell’ex partner. Questo solo per quello che riguarda gli omicidi, ma ci sono altri reati che sono significativi anche di un fenomeno molto più vasto. In questa direzione, anche il nostro Paese deve farsi promotore di un messaggio che sia inequivocabile e coraggioso, vale a dire che la violenza sulle donne continua a essere un’emergenza da contrastare con ogni possibile soluzione”.
Lo ha detto il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, in occasione della presentazione della campagna di sensibilizzazione #nessunascusa in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne presentata oggi all’Università Luiss Guido Carli di Roma.
“SERVE UN CAMBIAMENTO CULTURALE”
“Seppure in presenza di un calo rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso- ha sottolineato Piantedosi- le statistiche sono a volte molto fredde ma restituiscono solo fino a un certo punto la gravità di un fenomeno, perché è un calo che vede una diminuzione del 10% degli omicidi complessivi e del 9% delle vittime di genere femminile e del 5% degli omicidi familiari. Tuttavia, questi numeri ricordano la tragica realtà di donne, ancora troppe, che subiscono violenza senza trovare un necessario supporto. La violenza sulle donne è una delle sfide sociali in realtà più complesse, una sfida che non può essere affrontata solo con le parole ma che necessita di azioni concrete, misure stringenti, una forte volontà collettiva di cambiamento, un cambiamento che è prima di tutto culturale. Non basta inasprire le pene o ampliare i poteri delle autorità se non interveniamo alla radice di questo problema, vale a dire se non affermiamo la cultura del rispetto”.
L’obiettivo della campagna Nessuna Scusa, ha continuato il ministro, “è proprio quello di contrastare i pregiudizi, le attenuanti e le spiegazioni infondate con le quali sovente si tenta di giustificare la violenza sulle donne. Di fronte alla violenza, alle discriminazioni e agli abusi dobbiamo essere uniti, determinati nel rifiutare ogni scusa e nel promuovere una cultura di rispetto e di parità”.Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo https://www.dire.it

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