A “Malvasia in porto” ospiti 30 Cantine da Italia e Slovenia
Milano, 17 nov. (askanews) – Una giornata dedicata allo studio delle Malvasie coltivate nella striscia di terra che si estende da Muggia a Doberdò del Lago, attraversando il Carso transfrontaliero tra le province di Trieste, Gorizia e la Slovenia: “Malvasia in porto – Malvazije v pristanu” è l’evento organizzato dall’Associazione italiana sommelier (Ais) del Veneto, in stretta collaborazione con le agenzie di sviluppo Gal Carso Las Kras e ORA Krasa in Brkinov, in programma venerdì 22 novembre dalle 14.30 alle 19 al Novotel Venezia Mestre Castellana di Mestre (Venezia) in cui i protagonisti saranno i diversi stili e le mille sfumature di queste varietà, legati alla storia di Venezia e del suo patrimonio enogastronomico.
Alle 14.30 la giornata prende il via con i banchi d’assaggio con circa 30 produttori provenienti sia dall’Italia che dalla Slovenia, tra cui Domacija Bole, Vina Stemberger, Vina Cotar, Rencel boutique wines, Perinova domacija, Villa Mirage, Vinarstvo Tauzher – Emil/Rok Tavcar, Vinakras Sezana, Colja Vino, Vina Stoka, Vina Orel, Cotova klet, Vina Sanabor, Vinarstvo Petelin-Rogelja, Vina Kobal, Zidarich, Skerlj, Fattoria Carsica Bajta, Kocjancic, Cacovich, Lenardon, Urizio – Vigna sul Mar, Agriturismo Milic, Budin, Zahar, Vini Ruj, Damijan Milic, Grgic e Skerk.
Oltre al walk around tasting, alle 14.30 è prevista una masterclass di approfondimento sui diversi stili di Malvasia guidata dal Miglior sommelier d’Italia Ais 2023, Cristian Maitan.
“A Venezia la Malvasia era una vera e propria icona: originaria di Monemvasia, roccaforte bizantina a sud del Peloponneso, nella capitale della Serenissima diventò un vero e proprio status symbol, emblema di potere economico” ricorda Gianpaolo Breda, presidente di Ais Veneto, spiegando che “quando nel Cinquecento Venezia perse l’isola di Creta, il maggior produttore di Malvasia, le coltivazioni si spostarono sulle coste dalmate e istriane, fino ad arrivare a Gorizia e a Trieste. Siamo quindi onorati di ospitare l’evento ‘Malvasia in porto’ proprio a Venezia – ha concluso – dove questo vino è riuscito a dare il toponimo di calli, ponti e sottoporteghi”.