Continuano a ridursi emissioni ammoniaca, già sotto target Ue, e gas serra
Milano, 17 nov. (askanews) – In Italia il settore agricolo se da una parte continua a ridurre l’utilizzo di energia e le sue emissioni, inclusi i gas a effetto serra, dall’altra utilizza gli agrofarmaci in maniera sempre più ottimizzata, come confermano le vendite degli ultimi 10 anni diminuite del 14%. Inoltre il nostro Paese conferma la propria leadership in termini di sicurezza alimentare, con il 99,5% dei campioni analizzati con residui al di sotto dei limiti di legge. È questa la fotografia che emerge dagli ultimi dati dell’Osservatorio Agrofarma, un report che, da un anno a questa parte, fornisce informazioni sullo stato dell’arte dell’agricoltura italiana e del comparto agricolo.
In termini assoluti, il settore agricolo italiano ha le emissioni complessive più basse rispetto ai Paesi UE presi a confronto (Francia, Germania e Spagna). Le emissioni di ammoniaca, infatti, secondo l’Osservatorio Agrofarma, continuano a ridursi e l’obiettivo di contenimento delle stesse concordato con l’UE per il 2030 è stato raggiunto con largo anticipo già nel 2021, mentre prosegue anche il percorso di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra. Emerge, inoltre, con chiarezza l’impegno delle imprese del settore nello sviluppo di agrofarmaci innovativi e meno impattanti, dimostrato dal fatto che oltre l’83% degli agrofarmaci presenti sul mercato italiano è stato approvato o rinnovato dopo il 2011. Mentre la riduzione delle quantità vendute di prodotti fitosanitari in Italia, diminuite complessivamente del 14% negli ultimi 10 anni, mostra come l’industria, da tempo, sia impegnata in un percorso di costante ottimizzazione dell’uso di agrofarmaci. Un trend che, tuttavia, non riguarda la categoria degli agrofarmaci a base di sostanze a basso rischio, cresciuta di oltre il 6000%.
“Il nuovo aggiornamento dell’Osservatorio Agrofarma va confermandoci l’immagine di un settore con alta propensione all’innovazione, che sta supportando il percorso non facile della nostra agricoltura verso la progressiva riduzione degli impatti ambientali, pur tutelando le rese produttive – afferma Enrica Gentile, Ceo & Founder Areté – La sfida è questa: che innovazione e tecnologia corrano a un ritmo sufficiente per difendere la produttività agricola anche a fronte delle forti riduzioni di input, agrofarmaci in primis, che si registrano ormai da anni, anche per effetto della spinta data dalle policy di settore”.
Per la prima volta quest’anno all’interno dell’Osservatorio sono stati analizzati anche i dati relativi al clima e agli effetti meteorologici che hanno interessato l’Italia negli ultimi decenni e i cui effetti sono quotidianamente sotto gli occhi di tutti. Sono stati, infatti, monitorati gli indicatori di temperatura e precipitazioni che influenzano maggiormente la produzione agricola, la salute delle piante e la disponibilità di risorse idriche. Se dal 1997 in poi le temperature medie in Italia hanno subito un aumento rispetto al periodo precedente, negli ultimi dieci anni lo scostamento si è accentuato, con valori di anomalie annuali sempre superiori ai +0,7 gradi centigradi, accompagnati da precipitazioni particolarmente irregolari, che suggeriscono una variabilità climatica crescente. Tali fattori hanno conseguenze sulla capacità produttiva di diverse culture e sullo sviluppo di determinate avversità, che le imprese chimiche contrastano attraverso la messa a punto di agrofarmaci sempre più innovativi per salvaguardare la produttività agricola.
“I nuovi numeri raccolti dall’Osservatorio Agrofarma confermano il percorso virtuoso dell’agricoltura italiana, volto alla razionalizzazione delle risorse e all’adozione di soluzioni sempre più orientate alla sostenibilità – ha dichiarato Paolo Tassani, presidente di Agrofarma-Federchimica – Con questo progetto vogliamo superare e contrastare la logica che associa l’utilizzo della chimica in agricoltura a pratiche negative per l’ambiente, fornendo una rappresentazione corretta del nostro comparto lontana da falsi miti e fake news che non rappresentano quello che è l’impegno reale e quotidiano di tutti gli operatori del settore”.