(Adnkronos) –
Oggi la scuola si ferma.
Migliaia di studenti universitari e liceali in piazza per manifestare in tutto il Paese in occasione dello sciopero nazionale organizzato dall’Unione degli Studenti e Link – Coordinamento Universitario e Rete della Conoscenza, mentre anche il sindacato Anief ha proclamato lo sciopero nazionale per l’intera giornata.
Cinque studenti con il volto coperto da foulard rossi, le braccia tese verso l’alto e le manette ai polsi si sono schierati davanti al cordone degli agenti del reparto mobile in tenuta antisommossa durante la manifestazione di Roma mentre dal corteo veniva lanciata vernice rossa. Appesi al collo dei giovani dei cartoni con su scritto “arrestateci/e tutti/e”, “stop repressione subito” e “no ddl 1660” (ddl sicurezza ndr). L’azione è inscenata alla fine di Ponte Sublicio.
Il corteo romano è partito da Piramide ed è diretto al ministero dell’Istruzione e del Merito. Ad aprire la manifestazione uno striscione rosso dei collettivi studenteschi romani dei licei con su scritto “Contro un governo di fascisti e sionisti”. “Oggi scendiamo in piazza – dice una studentessa al megafono – perché questa non è la nostra idea di scuola, non vogliamo questa scuola del merito che crea una studenti di serie A e di serie B e favorisce un ambiente discriminatorio e classista. A causa di questo governo ogni giorno vediamo la nostra libertà e il nostro futuro sgretolarsi davanti ai nostri occhi”.
Poco dietro alla testa del corteo ci sono gli studenti universitari di Osa e Cambiare Rotta che espongono lo striscione con su scritto ‘Cacciamo il governo dei tagli e dell’alternanza- No Meloni Day’. In questo secondo spezzone spiccano le bandiere della Palestina. Anche gli universitari sono diretti al ministero dell’Istruzione e del Merito.
Durante il corteo si è tenuto anche “un minuto di rumore” per Giulia Cecchettin e tutte le donne vittime di femminicidio. Durante l’azione dei collettivi dei licei, organizzata anche in vista della ricorrenza del 25 novembre, giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, gli studenti hanno fatto suonare le sirene dei megafoni agitando con le mani mazzi di chiavi. “Per Giulia e tutte le donne uccise brutalmente e contro la repressione di questo governo”, ha detto una giovane mentre gli studenti intonavano il coro: “Siamo il grido altissimo e feroce di tutte quelle donne che più non hanno voce”.
La manifestazione dovrebbe terminare intorno alle 11.30, con il corteo che passerà per via Marmorata, piazza dell’Emporio, ponte Sublicio, piazza e via di Porta Portese, via Girolamo Induno e viale Trastevere. Possibili deviazioni o limitazioni per le linee 3nav, 8bus, H, 23, 30, 44, 75, 77, 83, 115, 170, 280, 715, 716, 718, 719, 769, 775 e 781.
Il corteo dei collettivi studenteschi del ‘No Meloni Day’ di Milano si è fermato davanti la sede di Assolombarda, in via Pantano 9. Alcuni manifestanti, con le mani sporche di vernice rossa, hanno srotolato uno striscione recante la scritta ‘Avete le mani sporche di sangue. L’alternanza uccide’ per protestare contro l’esecutivo Meloni.
Sotto lo slogan ‘Vogliamo Potere’, gli studenti chiedono una scuola che sia davvero inclusiva, libera da logiche di sfruttamento e subordinazione al mondo del lavoro e della guerra, e in grado di rispondere ai bisogni di chi la vive. Tra le rivendicazioni, spiccano i seguenti temi: un’istruzione pubblica gratuita e accessibile, svincolata dagli interessi privati, dalle logiche di profitto e dall’ambito bellico; la tutela del benessere psicologico nelle scuole; e un sistema di rappresentanza che dia agli studenti reali possibilità di decidere nelle proprie scuole. La piattaforma ‘Saperi Liberi per Student3 Liber3’, su cui si basa lo sciopero, richiama l’urgenza di una scuola che risponda ai bisogni reali della componente studentesca.
Scendono in piazza anche gli studenti universitari, per una didattica accessibile; per saperi e ricerca slegati dall’uso militare; perché il diritto allo studio universitario venga garantito e contro la riforma Bernini. “Oggi siamo in piazza in tutta Italia perché è in gioco il nostro diritto a un’istruzione degna, libera e davvero accessibile. Non vogliamo più essere ignorati nelle decisioni che riguardano le nostre vite e il nostro futuro”, afferma Tommaso Martelli, coordinatore nazionale dell’Unione degli Studenti, sindacato studentesco che rivendica una scuola che permetta alle nuove generazioni di costruire un futuro con diritti, libertà e dignità.
Il sindacato Anief ha proclamato lo sciopero nazionale per l’intera giornata di domani riguardante tutto il personale docente, Ata ed educativo, a tempo indeterminato e a tempo determinato delle 8.200 istituzioni scolastiche ed educative italiane. Il sindacato si ribella alla mancata risposta dello Stato italiano sull’abuso dei contratti a termine, 25 anni dopo la direttiva europea 70/99 che chiede ai Paesi membri di assumere i precari dopo 36 mesi di supplenze.
Le altre richieste che Anief fa al Governo sono quelle di rinnovare il sistema di reclutamento per immettere in ruolo su tutti i posti disponibili, assumere in ruolo gli idonei dei concorsi, spostare nell’organico di diritto tutti i posti in organico di fatto e in deroga.
“Diciamo basta – dichiara Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – a mezzo milione di supplenti con più di 36 mesi di servizio svolto che continuano a essere ignorati per le stabilizzazioni, come invece dovrebbe fare ogni stato membro dell’Unione Europea. Chiediamo dignità e rispetto per queste persone, attraverso il pieno recepimento della normativa europea per tutto il personale scolastico, come pure la parità di trattamento economica e giuridica con scatti anzianità, ricostruzione di carriera, ferie, assenze, salario accessorio, welfare, formazione anche per i supplenti. Inoltre, va reintrodotto il doppio canale di reclutamento specifico e certo (con stabilizzazioni da Graduatorie di merito, GaE e GPS) con assunzione quindi degli idonei di tutti i concorsi, anche del PNRR 2023, e dei precari storici, inclusi i partecipanti ai concorsi straordinari. Infine, chiediamo l’indennità di incarico dopo 3 anni di servizio e di sede disagiata, per chi lavora fuori sede, con tariffe agevolate per trasporti, buoni pasto e trasferte”.
“Alla propaganda rispondo, come sempre, con i numeri. Il ministero ha appena stanziato 880 milioni di borse di studio. Dati certificati e supportati dal nostro bilancio”, ha scritto ieri su X la ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini. “Il bando Pnrr sull’housing – prosegue – ha prodotto a oggi 13.545 posti letto finanziabili. Un risultato eclatante ottenuto in tempi brevissimi, da rafforzare con il coinvolgimento di imprese, Comuni, Regioni, Università ai quali tutti ho rivolto un appello perché ciascuno faccia la propria parte. Il Mur è impegnato a realizzare 60mila posti letto rimuovendo ostacoli burocratici e semplificando al massimo le procedure amministrative. Non ci fermeremo, continueremo a lavorare per soddisfare un’esigenza reale delle nostre studentesse e dei nostri studenti. Ai pochi che protestano lasciamo con piacere le urla e gli slogan”.
A corredo, la titolare del Mur aveva condiviso una tabella con le domande per gli studentati: delle 162 domande per 26.353 posti letto giunte al 12 novembre, sono 118 (per 13.545 posti letto) quelle ammesse. Al contempo sono 44 (per 12.808 posti letto) quelle non ammesse: di queste, 12 quelle ripresentate.