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Lazio, Bankitalia: crescita contenuta (+0,4%) nel primo semestre

AttualitàLazio, Bankitalia: crescita contenuta (+0,4%) nel primo semestre

Bene turismo e opere pubbliche, giù industria e soffre l’automotive
Roma, 13 nov. (askanews) – Nel primo semestre del 2024 l’attività economica nel Lazio è cresciuta in misura contenuta: secondo l’indicatore trimestrale dell’economia regionale (Iter) l’aumento è stato dello 0,4 per cento, in linea con il dato italiano e inferiore a quello del primo semestre del 2023. Lo riporta il rapporto di aggiornamento congiunturale su ‘L’economia del Lazio’, pubblicato dalla Banca d’Italia.
In generale, secondo lo studio i livelli di attività economica nella Regione hanno accusato la debolezza dei consumi e degli investimenti privati. All’opposto la spesa in opere pubbliche è aumentata e la domanda estera è tornata a crescere.
Nel settore dei servizi il quadro regionale è risultato ancora positivo, sebbene in rallentamento rispetto al 2023. L’attività economica è stata più dinamica per i comparti collegati al turismo: nei primi due quadrimestri del 2024 le presenze di visitatori in regione sono cresciute del 4,8 per cento rispetto allo stesso periodo del 2023.
La spesa dei turisti stranieri nel Lazio è salita a circa 4 miliardi di euro, riferisce Bankitalia, il 17 per cento del totale della spesa turistica estera in Italia.
Sempre guardando al terziario, le maggiori difficoltà sono state registrate nel comparto del commercio, in particolare nei beni non alimentari.
Guardando alle costruzioni, il rapporto rileva segnali di indebolimento: le ore lavorate hanno rallentato (1,4 per cento contro il 6,4 del 2023) e il numero di imprese iscritte alle Casse edili si è ridotto (-3,4 per cento). Nel comparto privato ha pesato la riduzione della domanda connessa al Superbonus.
L’attività in opere pubbliche ha invece mostrato un andamento più favorevole, si legge, beneficiando del notevole aumento dei bandi emanati nel 2023, il cui valore (circa 15 miliardi di euro) è quasi triplicato rispetto all’anno precedente. L’incremento è in gran parte riconducibile agli interventi connessi al Pnrr e al Giubileo 2025.
Lo studio include una analisi sullo stato di avanzamento nel Lazio del Pnrr: da novembre 2021 ad agosto 2024 nel suo ambito sono state bandite opere pubbliche per un valore complessivo di 2,9 miliardi di euro. Il tasso di aggiudicazione è stato pari al 74 per cento, una quota inferiore al dato italiano (80 per cento). I tassi di aggiudicazione sono risultati inferiori alla media nazionale per tutti gli enti territoriali (Regione, Province e Comuni) e superiori per gli Altri enti (università pubbliche, enti parco, consorzi, utilities, etc.).
Lo stato di avanzamento dei cantieri mostrava che i lavori conclusi o avviati rappresentavano il 44,7 per cento del totale dei lavori previsti dalle gare aggiudicate. Tale quota è risultata anch’essa inferiore al dato complessivo del Paese (48,7 per cento). Le condizioni economiche e finanziarie delle imprese permangono nel complesso favorevoli.
Nell’industria in senso stretto l’attività ha mostrato segnali di ripresa: i giudizi sull’andamento del fatturato e delle quantità vendute rilevati dall’indagine della Banca d’Italia sono risultati positivi. Le esportazioni sono aumentate del 6,7 per cento, trainate dal settore farmaceutico (24,1 per cento); si sono invece acuite le difficoltà del comparto automobilistico.
Secondo l’indagine della Banca d’Italia la quota di aziende che prevede di chiudere l’esercizio in utile è stata pari al 75 per cento. L’indice di liquidità finanziaria è leggermente aumentato. Il credito bancario ha continuato a diminuire, seppure in misura meno intensa rispetto alla fine del 2023 (-1,7 per cento la variazione su base annua a giugno contro il -2,5 di dicembre). L’andamento ha risentito della debolezza della domanda di investimenti e di un lieve irrigidimento dei criteri di offerta.
Il tasso medio sui prestiti destinati al finanziamento degli investimenti è diminuito al 5,7 per cento, in calo di 0,9 punti percentuali sull’ultimo trimestre del 2023; la diminuzione è legata alle aspettative di un allentamento monetario, effettivamente avviatosi a partire da giugno da parte della Bce che ad oggi ha già ridotto i tassi di riferimento per l’intera area euro di 0,75 punti percentuali (e un ulteriore taglio da 0,25 punti è atteso per dicembre).
Nel periodo in esame l’occupazione nel Lazio è aumentata dell’1 per cento, in rallentamento rispetto al 2,4 del primo semestre del 2023 e in misura inferiore rispetto alla variazione nazionale (1,5 per cento). La metà delle nuove posizioni di lavoro dipendente è risultata a tempo determinato. Il tasso di occupazione è lievemente salito (63,7 per cento), rimanendo superiore di 2 punti percentuali a quello italiano.
Il tasso di disoccupazione è rimasto stabile al 7,2 per cento, mentre quello italiano è diminuito, portandosi allo stesso valore.
Il tasso di attività è salito al 68,8 per cento: le forze di lavoro sono aumentate dello 0,8 per cento, a fronte di una crescita della popolazione in età lavorativa dello 0,2. L’aumento dell’occupazione ha sostenuto la crescita del reddito nominale disponibile delle famiglie (3,6 per cento).
Bankitalia poi rileva che nella Regione il tasso d’inflazione nella media del semestre è diminuito di oltre 6 punti percentuali rispetto agli stessi mesi del 2023; a giugno era pari allo 0,9 per cento (in linea con il dato italiano). Il reddito in termini reali è così cresciuto del 2,3 per cento (come in Italia). Il tasso d’inflazione tra luglio e settembre è rimasto pressoché stabile.
I consumi in termini reali si sono invece ridotti (-0,6 per cento) laddove nello stesso periodo in media in Italia sono risultati invariati. La fiducia dei consumatori non appare comunque peggiorata: l’indicatore (riferito alla macroarea del Centro) si è infatti mantenuto sui livelli del primo semestre dello scorso anno e in linea con quello italiano; anche le aspettative sul futuro sono rimaste invariate.
L’atteggiamento di cautela delle famiglie, dice ancora lo studio, ha contribuito a mantenere pressoché stabile l’indebitamento: i prestiti di banche e società finanziarie a giugno erano aumentati soltanto dello 0,8 per cento rispetto a 12 mesi prima. A fronte della debolezza dei mutui immobiliari il credito al consumo ha continuato a crescere in misura sostenuta.
Nel Lazio nei primi sei mesi dell’anno sono stati erogati nuovi mutui per 2,3 miliardi di euro, un valore in lieve calo rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente; il 93 per cento è stato contratto a tasso fisso. Il tasso medio sui prestiti per l’acquisto di abitazioni è diminuito al 3,7 per cento nel secondo trimestre. La riduzione è stata maggiore per i mutui a tasso fisso (dal 4,4 al 3,6 per cento) rispetto a quelli a tasso variabile (dal 5,2 al 4,9 per cento).
Il credito al consumo è aumentato del 6 per cento; sono cresciuti soprattutto i prestiti personali e quelli finalizzati all’acquisto di autoveicoli.
La rischiosità complessiva dei prestiti appare ancora contenuta, dice Bankitalia, e il tasso di deterioramento dei finanziamenti bancari alla clientela regionale si è attestato all’1,3 per cento nel secondo trimestre dell’anno in corso, in lieve aumento rispetto al 2023. Per le famiglie l’indicatore è rimasto sostanzialmente stabile mentre sono emersi segnali di difficoltà per le imprese; il peggioramento è riconducibile principalmente all’industria manifatturiera ed in particolare alle accresciute difficoltà dell’indotto del settore automobilistico.
Il calo dei depositi bancari di famiglie e imprese osservato nel corso del 2023 si è sostanzialmente arrestato nel primo semestre di quest’anno (-0,3 per cento la variazione sui 12 mesi a giugno). La componente dei conti correnti ha continuato a diminuire (-2,8 per cento), seppure ad un ritmo meno intenso rispetto alla fine dello scorso anno, mentre quella dei depositi a risparmio, stabili a dicembre, ha ripreso a crescere (7,2 per cento). È proseguito l’aumento del valore dei titoli detenuti presso il sistema bancario (10,9 per cento); l’incremento, conclude lo studio, è riconducibile soprattutto alle maggiori sottoscrizioni di titoli di Stato e obbligazioni bancarie.

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