BOLOGNA – Dal palco di Bologna la premier Giorgia Meloni replica al sindaco Matteo Lepore invitando a “diffidare sempre di chi ha una faccia in pubblico e una faccia in privato”. Insomma, “se io fossi la picchiatrice fascista che il sindaco Lepore dice, allora lui non dovrebbe chiedermi collaborazione. Un po’ di coerenza sindaco”, è l’invito della presidente del Consiglio. Per il resto “non so a quali camicie nere si riferisca il sindaco di Bologna perchè le uniche che ho visto io sono quelle blu dei poliziotti aggrediti dai centri sociali e dagli antagonisti amici della sinistra”.
Dunque “totale solidarietà” alle forze dell’ordine “che l’altro ieri a Bologna hanno affrontato i soliti violenti tra lanci di petardi e sassi rischiando la loro incolumità. Perchè noi sappiamo benissimo da che parte stare”.
Le parole di Lepore vengono lette dalla premier e leader Fdi come la “carta della disperazione della sinistra. Quando non hanno nulla da rivendicare del loro lavoro, quando non hanno una visione o un progetto da raccontare si giocano la carta dell’avversario impresentabile”. Ma i cittadini, secondo Meloni, pensano ad altro.
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