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Gli italiani e le scelte quotidiane: 60% fatica a dire no a parenti e amici

AttualitàGli italiani e le scelte quotidiane: 60% fatica a dire no a parenti e amici

Nescafè lancia Say yes to cappuccino: la pausa per cui vale la pena dire no
Milano, 10 nov. (askanews) – Dire “sì” oppure “no” non sempre è facile, anche quando si tratta di prendere decisioni semplici nella vita quotidiana. E per capire cosa fare e come vivere al meglio la situazione l’80,3% degli italiani tende a ragionare molto invece di seguire l’istinto (25,8%). Addirittura otto su 10 dicono “sì” anche se vorrebbero dire “no” (e per il 27,5% è molto frequente), principalmente per mantenere buone relazioni (58,7%) o evitare scontri in dinamiche di gruppo (47,2%). Non solo: contrariamente al sentire comune, risulta più difficile dire “no” alle persone care (60,7%), che ai superiori, ai capi, agli insegnanti (31,7%). A descrivere la capacità degli italiani di scegliere nelle grandi, quanto nelle piccole decisioni, è Astraricerche per Nescafé, in occasione della nuova campagna “Say YES to CappucciNO” che promuove il concetto di pausa per cui vale la pena dire “no” a qualcuno o qualcosa, concedendosi lo spazio personale per rivalutare le proprie priorità.
I “sì” detti al posto dei “no”, che avrebbero voluto dire, per più di uno su cinque (22,8% degli italiani) suscitano emozioni positive come soddisfazione e orgoglio. Questo perché pensano che un “sì” indesiderato sia segno di intelligenza relazionale (50,4%), o almeno di apertura mentale nell’accettare di fare qualcosa che a prima impressione sembra negativa (46,6%) o non interessante. Inoltre, tre italiani su quattro (72,1%) affermano di avere bisogno di un momento di pausa come occasione imprescindibile per rigenerarsi. La pausa è spesso vissuta come momento di gioia solitaria anche se gli altri stanno facendo qualcosa di interessante (jomo, gioia di non esserci) per l’82,7% degli intervistati. Si tratta di una forma di disconnessione dalle relazioni intesa come distacco dal mondo digitale e di social networking (73,5%) o dalle uscite con amici, familiari, conoscenti (69,5%). Ma non c’è solo la “jomo”: in misura minore (49,1%) c’è anche “fomo”, il timore di perdersi qualcosa che altri fanno: i più giovani (15-29anni) sono nettamente sopra la media (64%) rispetto ai 30-39enni (55%) ma soprattutto rispetto ai 50-65enni (solo 40%). “Nel mondo contemporaneo iperconnesso e iperdenso di stimoli emerge fortemente il bisogno di avere momenti tutti per sé, che sul piano emozionale si traducono in un senso di gioia – afferma Patrizia Martello, esperta di culture di consumo e docente di ricerca sociale in Iuav a Venezia e Naba a Milano – La jomo, che significa proprio la gioia di non esserci, sta diventando più forte della paura di disconnessione dagli altri e perdita delle cose interessanti che stanno facendo, (fomo) che invece ha caratterizzato tutta la prima ondata vertiginosa della nascita e sviluppo dei social. Questo trend che sposta i pesi da fomo a jomo vale più con i maturi che con i giovani perché non è facile trovare un equilibrio di benessere personale tra esserci abbastanza senza esserci troppo, tra il flusso costante della vita social e il qui e ora: non è solo una questione di età, ma anche un tema generazionale.” Il ruolo della pausa è fondamentale per ‘staccare’ dai continui contatti (82,6% almeno a volte, 40,6% spesso o molto spesso) ed è rimedio perfetto per ricaricare le batterie (87,1%); la prima scelta è gustare la propria bevanda preferita (43,1%) come il cappuccino, la seconda camminare (soprattutto per i meno giovani) e la terza fare piccole azioni rilassanti (soprattutto per le donne). E a proposito del cappuccino un italiano su due (50,1%) lo gusta non solo come routine quotidiana ma come “premio” e “momento di relax” dopo aver detto no a qualcuno o qualcosa.
“Abbiamo voluto esplorare la complessità delle decisioni quotidiane degli italiani, tra il desiderio di dire ‘no’ e la tendenza generale a dire ‘sì’ per mantenere relazioni armoniose – afferma Diletta Golfieri marketing manager di Nescafé – Da questo quadro, il cappuccino emerge come un attimo di pausa e conforto. Il rifugio ideale per chi, anche solo per un istante, desidera mettere al centro sé stesso, ricaricandosi con un momento di relax e piacere ed è proprio questo aspetto che abbiamo voluto mettere al centro della nostra comunicazione”. A supporto del bisogno di dire “no” voluti e desiderati, Nescafé lancia la sua nuova campagna “Say YES to CappucciNo”, che con uno spot televisivo racconta attraverso diversi soggetti, il concetto di pausa per cui vale la pena dire “no” a qualcuno, prendendosi lo spazio personale di rivalutare le proprie priorità e prendere la decisione attiva di dire “sì” a ciò che conta.

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