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Ponte sullo stretto, manca la certificazione sul rischio sismico. Bonelli denuncia: “INGV non coinvolto”

PoliticaPonte sullo stretto, manca la certificazione sul rischio sismico. Bonelli denuncia: “INGV non coinvolto”

di Ugo Cataluddi e Vittorio Di Mambro Rossetti

ROMA – Ancora problemi per il Ponte sullo Stretto. A quanto pare tra i documenti consegnati, relativi al progetto definitivo, mancherebbero quelli relativi al rischio sismico. Lo denuncia in una nota Angelo Bonelli, deputato di AVS e portavoce nazionale di Europa Verde: “È un fatto di una gravità inaudita che, per la realizzazione del progetto del ponte sullo Stretto di Messina, non vengano applicati e considerati pienamente i principi di precauzione e che non vengano coinvolti tutti gli organismi dello Stato come INGV e Consiglio superiore lavori pubblici per assicurare che questo progetto soddisfi tutti i requisiti di sicurezza necessari. In primo luogo, è assolutamente inaccettabile che l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, ente pubblico responsabile della sicurezza sismica nel nostro Paese, non sia stato consultato. È altrettanto incredibile che il coefficiente di accelerazione di gravità considerato per il ponte sullo Stretto di Messina, pari a 0,58 G, sia la metà di quello registrato durante i terremoti dell’Aquila e di Amatrice. Eppure ci troviamo in un contesto, come quello dello Stretto di Messina, ad alto rischio sismico, e ancora oggi non abbiamo risposte sul fatto che il pilone lato Calabria poggi su una faglia sismica attiva e capace a Cannitello. Le contestazioni che facciamo sono le stesse che ha fatto anche il comitato scientifico della società ponte sullo stretto di Messina sulla necessità di fare ulteriori studi sismici che non sono stati ad oggi fatti”, spiega il portavoce nazionale di Europa Verde.

“Un’altra questione è che il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici non è stato coinvolto nel dare un parere su questo progetto, ormai vecchio di vent’anni. Ancora, oggi il presidente della Regione Sicilia, Schifani, ha affermato che la commissione tecnica regionale ha espresso parere favorevole all’unanimità sul ponte. Tuttavia, il presidente ha omesso di dire che la commissione tecnica non ha mai espresso il parere nei termini previsti dalla legge: entro il 13 aprile, quando dovevano essere presentate le osservazioni, e il 13 ottobre, data entro cui si sarebbero dovute fornire le controsservazioni alle osservazioni sul progetto del ponte. La Regione Sicilia, infatti, non ha mai presentato alcuna osservazione e presentato nessun parere nei termini di legge. Il presidente Schifani è drammaticamente imbarazzante, ricordo inoltre che l’ARPA Sicilia ha segnalato l’impossibilità di esprimere pareri adeguati a causa del tempo limitato assegnato per analizzare i 1.400 elaborati. Mi auguro che qualcuno, a partire dalla presidente Meloni, prenda provvedimenti per fare chiarezza su questo aspetto, perché, ancora una volta, non resta che rivolgerci all’autorità giudiziaria”, conclude Bonelli.

CONTE: GOVERNO FACCIA SUBITO CHIAREZZA IN PARLAMENTO

“Nuova gravissima puntata sul Ponte sullo Stretto dopo i diversi rilievi sulle carenze sul piano tecnico, ingegneristico e ambientale, con progetti vecchi di oltre 10 anni e la figuraccia di documenti pieni di caratteri e tabelle illeggibili. Adesso l’Ingv (Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia) fa sapere di non aver mai dato il via libera sismico sull’opera e che servono studi sulle faglie attive.Il Governo faccia subito chiarezza in tutte le sedi e in Parlamento”. Lo scrive sui social il leader M5s Giuseppe Conte.

“Su quest’opera- aggiunge- stiamo bloccando quasi 15 miliardi. Intanto i pendolari di tutta Italia, a partire da Calabria e Sicilia, sono costretti a viaggiare tra mille disagi e difficoltà: sanno a che ora escono di casa ma non sanno a che ora arrivano al lavoro o a scuola, né tantomeno sanno a che ora tornano a casa. Non se ne fanno nulla dei plastici del Ministro Salvini a favore di telecamera se passano ore davanti ai display delle stazioni per capire meglio l’entità di ritardi e interruzioni”.

“Disagi- sottolinea Conte- che non sono legati a un ‘chiodo’ come ci raccontano i Ministri, ma a un Governo che ha fatto inchiodare il Paese. Si son ritrovati – senza neppure volerlo – 209 miliardi che il mio Governo ha portato da Bruxelles e non sanno spenderli per le infrastrutture che servono. La spesa dei fondi è al palo e, come sottolinea il Sole 24 Ore, il 32% dei cantieri del Pnrr sono indietro, la metà non sono nemmeno partiti. Sanno solo dire ‘no’, come hanno fatto in Parlamento sull’urgenza di una Commissione che vigili sul Pnrr e monitori i ritardi, che potrebbe essere utile ad accelerare la spesa dei fondi. Non possiamo bloccare 15 miliardi sulla propaganda e sui pasticci del Governo: miglioriamo davvero e subito la vita dei calabresi, dei siciliani e di tutti i nostri cittadini”
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