Presto una manifestazione a Roma
Roma, 7 nov. (askanews) – Il servizio antincendio dei Canadair italiani è a rischio. Per il calo del numero di aeromobili schierati e la progressiva obsolescenza della flotta; il taglio delle ore operative già dalla prossima estate. A completare il quadro che potrebbe ritardare gli interventi e la stessa efficacia dell’antincendio aereo nel sud della penisola, lo spostamento della base calabrese da Lamezia Terme a Crotone.
La denuncia, che arriva dai piloti impegnati nelle attività antincendio e dalle rappresentanze sindacali, è rimbalzata dalle chat ai social network per poi arrivare ad alcuni magazine di settore, ed ora – si annuncia – potrebbe sfociare anche in una manifestazione di livello nazionale, da fare a Roma.
Il 29 ottobre scorso la questione dei Canadair è stata presentata in commissione ambiente della Camera dai sindacati Fit-Cisl, Uiltrasporti, Ugl Trasporto Aereo e dell’Anpac-associazione nazionale professionale aviazione civile. Il portavoce delle organizzazioni, che rappresentano i lavoratori, ha affrontato i temi che preoccupano il settore: dalle limitazioni operative imposte dal bando alle incongruenze rispetto alla crisi climatica, fino alla riduzione del personale qualificato.
Sono a rischio, per il momento, nove equipaggi – si sottolinea- “18 piloti di grande esperienza da lasciare a casa, con riflessi anche sull’impossibilità per l’operatore a schierare la macchina aggiuntiva, sovente richiesta da circostanze straordinarie nei periodi estivi”. La “minore operatività” prevista dal nuovo capitolato sul servizio aereo antincendio ad ala fissa (con 18 aeromobili, la maggiore al mondo) porterà via risorse – si denuncia – e si lascerà che “professionalità altamente specializzate ammirate da tutte le forze aeree straniere” vengano di fatto perdute. Perché i piloti italiani potrebbero essere indotti a lasciare lo Stivale “per essere ingaggiati dai paesi che oggi invece, con adeguata lungimiranza, investono su questi mezzi aerei così efficaci”.
La consegna delle buste con le offerte per l’affidamento della flotta dovrebbe avvenire entro il 16 novembre. A prescindere da chi, tra gli operatori in lizza, si aggiudicherà la gara, il calo dei finanziamenti comporterà – si precisa – “meno Canadair schierati e meno ore volabili da ogni aeromobile nel periodo più critico, quello estivo. In pratica i mezzi non potranno avere la piena capacità operativa e saranno costretti a lasciare i boschi in fiamme – anche quando i roghi comporteranno minacce a strutture abitative e allevamenti – soprattutto quando, a fine giornata, sarà maggiormente necessario il loro supporto”.
Il Dipartimento della Protezione Civile negli anni – si aggiunge – aveva approntato uno strumento efficace ed efficiente, facendo diventare i Canadair tricolore un fiore all’occhiello dell’intero sistema antincendio. “Ed adesso che in tutta Europa e nei paesi già classificati come ‘Non-Fire’, a causa del crescente flagello degli incendi boschivi, aumenta la sensibilità verso questi mezzi, l’Italia, in netta controtendenza, relega i nostri Canadair a un ruolo sempre meno centrale”. Chi è impegnato nel servizio antincendio dei Canadair conferma il prossimo trasferimento del cosiddetto “Avamposto Sud”, dall’aeroporto di Lamezia Terme a quello di Crotone. In questo modo – si denuncia – si allontanano, di fatto, i Canadair dalle zone statisticamente più colpite dagli incendi. “Ne faranno le spese soprattutto la Sicilia, la Calabria stessa e tutta la costa tirrenica deIl’Italia meridionale, con ritardi negli interventi fino a 20 minuti, se non di più, nel caso di ostacoli meteorologici sui rilievi calabresi”.
L’Europa, con tutti i paesi maggiormente colpiti dagli incendi boschivi – viene spiegato – si sta dotando di flotte più moderne per fronteggiare il fenomeno, in uno scenario previsto da tutti i sistemi di monitoraggio e previsione ambientale. “L’Italia è stata il sesto e cronologicamente ultimo paese a siglare l’opzione di acquisto di due nuovi Canadair 515 diventando così il fanalino di coda di un sistema europeo”.
I Canadair italiani hanno anche 30 anni di servizio e milioni di lanci di acqua sul fuoco. Alcuni sistemi di navigazione sono obsoleti e non più allineati agli standard previsti dalla normativa attuale. Rispetto alla gestione la soluzione potrebbe essere quella di una agenzia nazionale dell’antincendio boschivo, capace di coordinare i piloti e la sala operativa.