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Il gesto della pistola, lo sguardo fiero e duro, nessuna pietà per la vittima

AttualitàIl gesto della pistola, lo sguardo fiero e duro, nessuna pietà per la vittima

Ecco l’educazione criminale vantata sui social dall’assassino di Santo Romano. Uno dei potenziali complici mostra solidarietà all’amico pistolero

Le indagini per l’omicidio di Santo Romano, il 19enne ucciso a colpi di pistola a San Sebastiano al Vesuvio per una lite nata per una scarpa pestata, passa anche per i social.

Gli inquirenti, infatti, stanno setacciando i profili dell’assassino reo-confesso, un 17enne noto alle forze dell’ordine per precedenti legati in particolare alla droga e un arresto con custodia nel carcere minorile di Nisida conclusosi da non molto, allo scopo di capire chi fosse con lui quella notte e lo abbia aiutato a compiere il delitto.

Al di là delle eventuali svolte che potranno prendere le indagini, quello che ora sconvolge la comunità, è il contenuto dei post e delle Stories pubblicate dal 17enne.

Sguardo fiero e duro, proprio come quello di un gangster; spavaldo e sicuro, come un criminale navigato; e soprattutto niente rimorsi, nessun senso di colpa, nessuna pietà per la vittima ma anzi la crudeltà e la spietatezza sono rimarcate da quel gesto della pistola fatto con la mano.

Lo stereotipo di quell’educazione criminale che grazie allo strapotere mediatico dei social ha negli ultimi anni intaccato più giovani menti di quanto abbiano fatto decenni di codici camorristici e di propaganda sub-camorristica.

Non è da solo l’assassino in quelle pose pubblicate sui social. Con lui è presente un suo amico, qualcuno che nelle ore dell’arresto gli ha dedicato parole di solidarietà e di affetto. Forse la giusta direzione in volgere le indagini.

Un duro colpo inferto alla famiglia Romano, a tutti i cittadini perbene stanchi di questa deriva criminale, a tutti quei giovani succubi della prepotenza delle baby-gang che scimmiottano le gesta e i costumi della camorra diventando più imprevedibili e pericolosi di questa.

La cultura criminale che imperversa sui social rende urgente un piano di rieducazione totale poiché l’inasprimento delle condanne e il presidiare il territorio da soli, anche se avranno effetti nell’immediato garantendo maggiore sicurezza alla popolazione, non potranno eliminare il male alla radice.

Fabio De Rienzo

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