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Elezioni Usa, il diplomatico: “Harris o Trump, anche l’Europa al bivio”

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ROMA – Stati Uniti al voto, Europa al bivio. È la sintesi proposta alla vigilia dell’”election day” americano del 5 novembre da Ferdinando Nelli Feroci, presidente dell’Istituto affari internazionali (Iai), diplomatico di carriera, già rappresentante permanente d’Italia all’Ue a Bruxelles, incarichi assunti da Algeri a Parigi a Pechino.
Al centro di un’intervista con l’agenzia Dire ci sono le differenti prospettive che si aprirebbero nell’eventualità di una presidenza del repubblicano Donald Trump o invece con un’affermazione della democratica Kamala Harris. Lo sguardo è dunque rivolto a ciò che sarà dopo il 5 novembre, per l’Europa e per le popolazioni vittime di conflitti alle sue porte, in particolare in Medio Oriente e in Ucraina.

Trump non ha mai manifestato né molto interesse né molta simpatia per l’Europa” la premessa di Nelli Feroci: “Non la considera un teatro di operazioni prioritario per la sua agenda di politica internazionale”.
Differente l’approccio di Harris. “Se vincesse ci sarebbe una continuità con l’amministrazione uscente di Joe Biden, che ha invece considerato l’Europa come un partner e un alleato fondamentale” sottolinea il presidente dello Iai.
Da queste premesse derivano implicazioni di rilievo anche rispetto ai conflitti, a partire da quello tra Russia e Ucraina che si è acuito nel 2022. “Con una vittoria di Trump ci potrebbe essere una interruzione delle forniture militari americane a Kiev e un tentativo di forzare un accordo con Vladimir Putin forse addirittura sulla testa degli ucraini” prevede Nelli Feroci. “Se Harris diventasse presidente si potrebbe invece immaginare una maggiore continuità, con una prosecuzione del sostegno a Kiev e quindi meno responsabilità per l’Europa, che non si ritroverebbe da sola in Occidente a supportare l’Ucraina”.

C’è poi il Medio Oriente. “Un’amministrazione Trump sarebbe completamente allineata sulle posizioni del governo israeliano e anche quel poco di pressioni diplomatiche che sono state fatte durante la presidenza Biden verrebbero probabilmente meno” avverte Nelli Feroci. “In caso di una vittoria di Harris continuerebbe invece una linea più equilibrata; penso al tentativo di rilanciare, una volta conclusi i conflitti in corso intorno ai confini di Israele, una qualche prospettiva di un processo di pace, magari fondato sul modello dei due popoli e due Stati”.

G7, “È FORUM RISTRETTO. LAVORI INSIEME CON G20”

Il G7 è un forum importante ma a composizione molto ristretta e poco rappresentativa e per questo diventa fondamentale il collegamento con altri forum, a partire dal G20“: dice Ferdinando Nelli Feroci.
L’appuntamento, con il titolo ‘G7/G20 & Development Cooperation: Policy Priorities and the Way Ahead’, è l’occasione per fare un punto dopo la ministeriale Sviluppo che si è tenuta a Pescara su iniziativa della presidenza italiana del forum delle potenze d’Occidente.
“Ci proponiamo di affrontare il tema specifico dell’agenda del G7 rispetto alla cooperazione allo sviluppo, concentrandoci sul lungo a articolato comunicato adottato nella città abruzzese”, sottolinea Nelli Feroci. “L’idea è riflettere sulle priorità emerse dagli incontri a Pescara, che mi pare di capire siano tre: sicurezza alimentare, investimenti per le infrastrutture e salute globale“.
Secondo il presidente dello Iai, “è anche importante vedere come articolare il passaggio di consegne tra la presidenza uscente italiana e quella canadese del prossimo anno e come articolare i rapporti tra ciò che si fa nel G7, che è un forum importante ma a composizione molto ristretta e poco rappresentativa, con ciò che si fa in altro forum, molto più rappresentativo, che è il G20”.
All’incontro allo Iai partecipano anche le ambasciatrici dei Paesi che nel 2025 guideranno i due forum: la canadese Elissa Golberg e la sudafricana Nosipho Nausca-Jean Jezile.

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