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“In Italia 3 morti sul lavoro al giorno, troppi”: l’appello di Gribaudo all’unità

Lavoro“In Italia 3 morti sul lavoro al giorno, troppi”: l’appello di Gribaudo all’unità

ROMA – La politica fa fronte comune contro quella che è una vera e propria emergenza, gli infortuni e le vittime sul e del lavoro. “Sono troppi i morti sul lavoro in questo Paese, mediamente tre al giorno. È una piaga, un’urgenza e un’emergenza che dobbiamo affrontare tutti insieme. Per questo motivo abbiamo voluto promuovere gli Stati generali sulla salute e sulla sicurezza, perché quello che accade quotidianamente deve essere impedito, non solo con delle norme magari più puntuali e più precise, ma anche con una giustizia più efficace e con più controlli”. Lo ha detto Chiara Gribaudo, presidente della Commissione d’inchiesta sulle condizioni di lavoro, agli Stati Generali della Salute e Sicurezza sul lavoro, nella cerimonia di apertura dell’evento alla Camera.
“Tutto questo deve essere fatto insieme – spiega la parlamentare Pd – serve una cultura della sicurezza, una adeguata formazione per i lavoratori e le lavoratrici e anche per questo faremo il punto in questi tre giorni perché serve, come ci ricorda il presidente della Repubblica, un impegno corale delle istituzioni, dei lavoratori, delle imprese e naturalmente di tutta la filiera dello Stato che si occupa del controllo su salute e sicurezza dei lavoratori e delle lavoratrici in questo Paese”.
Gribaudo aggiunge: “Da presidente di commissione, a maggior ragione, voglio che sia unito il Parlamento, le forze politiche, su un tema che è una piaga gravissima per il Paese. Non si può uscire la mattina per andare a lavorare e non tornare la sera dai propri cari, serve un impegno più profuso non solo del parlamento ma anche dei governi e anche da parte dell’Europa. Serve che ci sia una condivisione delle responsabilità e su questo però dobbiamo coinvolgere i familiari delle vittime perchè la loro voce deve essere ascoltata, dobbiamo essere al fianco di chi rimane e dobbiamo unirci a loro nella richiesta di giustizia. Non sono morti bianche e invisibili ma morti visibili con colpevoli precisi“.

CALDERONE: “OGNI INFORTUNIO È UNA FERITA PER TUTTA LA SOCIETÀ”

“Ogni infortunio tocca l’intera società, una ferita che colpisce la persona insieme alle famiglie, i colleghi, l’intero tessuto sociale”. Lo ha detto la ministra del Lavoro e delle politiche sociali, Marina Elvira Calderone, intervenendo all’apertura degli ‘Stati generali della salute e sicurezza sul lavoro’, in corso alla Camera. E da incipit, “un pensiero non può non andare a chi ha perso la vita sul lavoro e alle famiglie di chi ha perso la vita sul lavoro. Un saluto ai familiari delle vittime che sono qui presenti, i genitori di Lorenzo: non è facile parlare davanti a voi”, ha detto riferendosi ai genitori di Lorenzo Parelli– morto a 18 anni nell’ultimo giorno di stage a Udine- presenti alla cerimonia.

“Il nostro impegno – ha poi sottolineato la ministra – deve essere quello di costruire un sistema all’altezza di questi valori che attraverso l’impegno collettivo mette in atto un cambiamento profondo e duraturo. In questa direzione vanno i provvedimenti assunti dal governo e l’ingresso della patente a crediti nel nostro ordinamento, intesa come una modalità per la qualificazione delle imprese e come sistema di valorizzazione di quelle realtà imprenditoriali che investono sulla salute dei propri dipendenti e collaboratori anche oltre agli adempimenti prescritti dalla legge”. Calderone osserva: “Le condizioni di sicurezza, che preservano la dignità e proteggono l’integrità dei lavoratori, sono un nostro dovere perché la sicurezza sul lavoro è una dimensione essenziale di quella solidarietà che ci unisce ma è anche un interesse della collettività”.

Quindi sull’evento inaugurato stamane: “Oggi prendono il via gli Stati generali della salute e della sicurezza sul lavoro. Che questi tre giorni di confronti, relazioni, ascolti siano capaci di richiamare la funzione propria degli Stati generali, cioè quella di un confronto aperto che miri a trovare un accordo tra le parti, in questo caso a favore di un generale miglioramento della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro perché su questo non ci devono essere parti ma ci deve essere un intento comune”.

“Tutti noi abbiamo davanti le notizie di cronaca degli ultimi giorni, le pagine scritte e le parole spese. Mentre gli enti preposti fanno chiarezza sulle dinamiche, il silenzio operoso mi sembra la più rispettosa delle manifestazioni di vicinanza e attenzione”, queste le parole della ministra del Lavoro e delle politiche sociali, Marina Elvira Calderone, sulle recenti morti bianche nel Paese.

FONTANA: “I NUMERI DI MORTI E INCIDENTI SONO INDEGNI PER UN PAESE CIVILE”

Anche il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, è intervenuto in occasione dell’evento ‘Stati generali della salute e sicurezza sul lavoro’ a Montecitorio. “Desidero innanzitutto rivolgere un pensiero commosso alle lavoratrici e ai lavoratori che hanno perso la vita e sacrificato la salute per assicurare un futuro migliore ai propri cari. A nome mio personale e della Camera dei deputati, rinnovo alle loro famiglie i sentimenti di vicinanza e partecipazione. È la prima volta che si organizzano gli Stati generali della salute e della sicurezza sul lavoro alla Camera dei deputati. Ritengo sia un segnale importante di attenzione su un fenomeno che ha ormai raggiunto una dimensione indegna per un Paese civile“.

Quindi, Fontana ha evidenziato il dato dell’incremento del numero degli incidenti mortali sul lavoro dell’anno in corso: “Secondo le più recenti statistiche dell’INAIL, nei primi otto mesi del 2024 – sottolinea – le denunce di infortunio mortale e di malattia professionale sono aumentate rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. È inaccettabile che ancora oggi si possa morire o subire gravi menomazioni nello svolgimento del proprio lavoro. L’incolumità dei lavoratori è un diritto inalienabile della persona umana. La sua tutela esige dunque il costante aggiornamento del quadro normativo, attività che vede il Parlamento impegnato nel definire politiche di sicurezza efficaci e sempre più avanzate. In questo contesto si inseriscono le disposizioni normative approvate di recente per rafforzare il sistema dei controlli ispettivi e per estendere la tutela assicurativa a studenti e personale scolastico. Ma una regolamentazione ricca e strutturata non è sufficiente a garantire a tutti il diritto a un ambiente lavorativo privo di rischi. La causa principale degli incidenti letali e dei gravi infortuni continua, infatti, a essere l’inosservanza delle regole. È indispensabile accertare il puntuale rispetto delle norme e delle procedure prescritte dalla legislazione vigente e individuare misure per accrescere l’efficacia del sistema protettivo. Questi aspetti sono oggetto di indagine da parte della Commissione d’inchiesta presieduta dall’on. Gribaudo, che ringrazio insieme agli altri componenti per il lavoro fin qui svolto. Non si tratta solo di elevare gli standard di sicurezza. Occorrono iniziative di informazione e sensibilizzazione che favoriscano la capillare diffusione di una solida cultura della prevenzione e la conoscenza dei diritti, dei doveri e delle tutele del lavoratore già a partire dai banchi di scuola. Datori di lavoro, lavoratori e associazioni di categoria sono tutti chiamati a condividere lo stesso obiettivo, quello di spezzare la tragica catena delle morti bianche e degli infortuni sul lavoro. Sono certo che queste giornate offriranno spunti e indicazioni utili anche per il dibattito parlamentare, indispensabili per vincere questa sfida”.

L’articolo “In Italia 3 morti sul lavoro al giorno, troppi”: l’appello di Gribaudo all’unità proviene da Agenzia Dire.

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