ROMA – L’intervista di Agorà weekend al sottosegretario Generale Jean-Pierre Lacroix.
Ieri Israele ha attaccato l’Iran e le autorità di Tehran hanno detto di avere il diritto a una risposta. Cosa farà l’ONU per fermare questa escalation?
Il messaggio principale in realtà che abbiamo come ONU è che l’escalation deve essere invertita e che deve esserci una cessazione delle ostilità nell’intera regione e un ritorno al tavolo dei negoziati. Abbiamo anche assistito a un nuovo attacco alla base UNIFIL in Libano.
Lei pensa che Israele voglia tenere lontani in qualche modo gli occhi dell’ONU o ci sono altre motivazioni dietro tutto questo? E voi siete disponibili al retiro?
UNIFIL ha un mandato dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, quindi noi abbiamo il compito di eseguire questo mandato e di rimanere dove siamo, anche perché se UNIFIL abbandonasse la sua posizione, questa potrebbe essere occupata da una delle parti, Israele o Hezbollah, e questo sarebbe molto grave. Gli attacchi contro i peacekeepers sono inaccettabili. Non posso e non voglio fare congetture né su Israele né su Hezbollah né su nessun’altra parte. Mi è stato detto dalle autorità israeliane che ci saranno indagini sull’incidente. Prendo atto di ciò e spero che queste intenzioni abbiano un seguito.
In molti hanno sottolineato che la risoluzione 1701 non sia ancora di fatto stata attuata, nonostante i 18 anni da cui è partita dalla sua adozione e Netanyahu vi accusa anche di aver fallito. Come risponde?
Non spetta né all’ONU né ai peacekeepers UNIFIL imporre o applicare la risoluzione. Senza la volontà politica delle parti non è possibile raggiungere una soluzione politica.
Il nostro ministro degli esteri Antonio Tajani ha fatto una recente proposta per quanto riguarda il Libano suggerendo la presenza a nord del fiume, una presenza consistente dell’esercito regolare libanese e poi soltanto più a nord la presenza di Hezbollah. È una buona proposta secondo lei?
Un elemento centrale della soluzione politica è esattamente quello a cui fa riferimento il ministro Tajani, ovvero il ruolo delle forze armate libanesi. Stiamo lavorando molto da vicino con le forze armate libanese e siamo molti anni di più per sostenerli. Vorrei chiederle anche un commento delle parole che abbiamo sentito pronunciare da Benjamin Netanyahu davanti all’assemblea dell’ONU a Palazzo di Vetro perché ha detto che l’ONU è una palude antisemita. Non credo spetti a me commentare le parole del primo ministro Netanyahu. Credo che gli sforzi diplomatici debbano assolutamente continuare. Guardia e continuiamo a mettere in guardia sull’efficienza di una cessazione delle ostilità, sulla liberazione degli ostaggi e sul lavoro verso una soluzione politica duratura verso i due stati.
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