GENOVA – Genova, stavolta, non sarà “un’idea come un’altra”. Paolo Conte ci scuserà per l’azzardo, ma del resto la Liguria è affar serio. Politicamente parlando, si intende, perché raccolto nel Porto Antico c’è tutto il governo per Marco Bucci. E perché, poco distante da lì, al teatro Politeama il campo largo che tira la volata ad Andrea Orlando si scatta l’ennesima foto e rifà le prove di coesistenza.
Quando mancano poche ore dal fischio d’inizio della lunga sfida d’autunno- il primo tempo qui, in Liguria, il secondo a novembre, con l’Emilia-Romagna e l’Umbria- piove. Piove e anche i sostenitori e gli aficionados di Orlando si sono dati appuntamento al chiuso. In teatro, nella “sala disponibile con il maggior numero di posti a disposizione”, hanno spiegato ieri dal comitato elettorale dell’ex ministro. C’è questo, e come raccontano i giornali al mattino, anche la preoccupazione di un certo disinteresse dell’elettorato. E allora meglio un posto raccolto che uno slargo che spaventa quando ormai, dopo fiumi di dichiarazioni, proposte, polemiche e appuntamenti a raffica, resta solo da scattare l’istantanea dell’ultimo abbraccio popolare.
Piove tanto che in mattinata addirittura piomba sulle urne l’allerta meteo, ma poi i prefetti scongiurano le misure straordinarie. Il copione, quindi, non muta e le oltre mille poltroncine rosso velluto del Politeama si riempiono. Le porte si aprono alle 16.30, e c’è chi corre in sala per sedersi in seconda fila dietro Elly Schlein e Giuseppe Conte. Che arrivano e non rilasciano dichiarazioni: “Parlano dal palco”, dicono i loro. Nel frattempo, il pubblico in sala si ingrossa.
Fino a che arriva lo stop delle maschere: vietato entrare, la sala è al completo. Poco dopo le 17.30 si alza il sipario con la foto di famiglia, con tutti i leader schierati sul palco per il tre volte ministro: Elly Schlein, Giuseppe Conte, Angelo Bonelli, Elena Bonetti, Nicola Fratoianni, Enzo Maraio, con Carlo Calenda che si sintonizza con il teatro in videocollegamento.
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Fatti gli scatti di rito, la prima a prendere la parola è Benedetta Motta, giovane medico e specializzanda in scienze della alimentazione. Voce della ‘mitologica’ società civile e acuto plastico su uno dei temi su cui il centrosinistra batte di più per battere Bucci: il nodo sanità. “Il teatro è strapieno e fuori ci sono altre mille persone che non sono riuscite a entrare”. Buon segno, si lascia andare la 26enne.
Tanto che Orlando, tra la segretaria del Pd Schlein che punge (“Scrivi Bucci e leggi Toti”) e il leader dei 5 Stelle Conte che se la prende con Antonio Tajani per il crollo del ponte Morandi (“Basta proteggere gli amichetti, basta con questa politica marcia e malsana”), scende dal palco e va a salutare chi è rimasto fuori. Strette di mano, saluti, qualche coro di affetto. Un affetto che poco dopo si rifà vivo sul palco, con Orlando che si mostra in una versione più intima. Quasi un inedito per il politico, ‘l’uomo pubblico’ che spesso, durante il discorso, guarda suo padre seduto in prima fila. “Vado in un campo che non frequento facilmente”, ammette. “In queste settimane ci avete sostenuto, spinto. Ci avete voluto bene. Anche io vi voglio bene”.
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