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Raid Israele in Libano, media: “Almeno 3 giornalisti uccisi”. Beirut: “Crimine di guerra”

Dall'Italia e dal MondoRaid Israele in Libano, media: "Almeno 3 giornalisti uccisi". Beirut: "Crimine di guerra"

(Adnkronos) – Sarebbero almeno tre i giornalisti uccisi in un raid aereo israeliano contro una guesthouse dove alloggiavano anche altri reporter nel Libano orientale, vicino al confine con la Siria. Lo riferiscono i media libanesi spiegando che, tra le vittime, si contano un cameraman e un ingegnere che lavoravano per l’emittente filo-iraniana Al-Mayadeen e un cameraman che lavorava per la tv Al-Manar di Hezbollah. Altri reporter presenti sulla scena hanno affermato che il bungalow in cui dormivano i rappresentanti di quelle emittenti è stato preso di mira direttamente. 

Il ministro dell’Informazione libanese Ziad Makary ha accusato Israele di aver intenzionalmente preso di mira i giornalisti nell’attacco aereo. Si tratta di un “crimine di guerra”, ha detto il ministro. 

“Il nemico israeliano ha atteso la pausa notturna dei giornalisti per tradirli nel sonno. Questo è un assassinio, dopo monitoraggio e tracciamento, con pianificazione e progettazione. C’erano 18 giornalisti in rappresentanza di sette istituzioni mediatiche. Questo è un crimine di guerra”, ha affermato Makary in un post su X. 

Le Idf hanno intanto annunciato l’uccisione del capo delle forze di elite di Hezbollah, Radwan, per la regione di Aitaroun nel sud del Libano. Si tratta di Abbas Adnan Moslem, secondo i militari israeliani responsabile di numerosi attacchi missilistici contro truppe e città israeliane dalla zona di Aitaroun. 

Intanto, secondo il ministero della Salute della Striscia, un attacco aereo israeliano avvenuto ieri contro una scuola nel centro di Gaza che ospitava palestinesi sfollati avrebbe ucciso almeno 17 persone e ne avrebbe ferite altre 42. Un video dell’ospedale mostra bambini gravemente feriti e morti. In una dichiarazione, l’esercito israeliano ha detto che stava prendendo di mira i “terroristi di Hamas” quando ha colpito la scuola. 

La presa degli ostaggi durante l’assalto del 7 ottobre aveva un obiettivo, chiaro: quello di usarli come mezzo di scambio per liberare gli uomini di Hamas dalle carceri israeliane. E’ quanto si legge nei documenti scritti dal leader di Hamas Yahya Sinwar, ucciso il 16 ottobre scorso in un’operazione israeliana a Rafah nel sud della Striscia di Gaza. Documenti in cui compaiono versetti del Corano che spiegano nel dettaglio in che modo debbano essere trattati gli ostaggi, come scrive il quotidiano palestinese Al-Quds. 

Sono tre i documenti scritti da Sinwar e che contengono dettagli sugli ostaggi e istruzioni su come proteggerli. Oltre al testo in cui si spiega che gli ostaggi servono come ”pedine di scambio” per liberare i prigionieri di sicurezza palestinese, un secondo documento elenca il numero degli ostaggi, la loro età e li identifica come civili o soldati, uomini o donne. Un terzo documento riporta i nomi di 11 ostaggi, la maggior parte dei quali sono stati rilasciati nell’accordo di novembre. 

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