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Libano, uccisi 4 militari a Beirut nel giorno della conferenza per gli aiuti di Parigi

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ROMA – Si è aperta a Parigi la conferenza per il sostegno umanitario al Libano, che da settimane subisce l’offensiva dell’esercito israeliano. Il presidente francese Emmanuel Macron punta a raccogliere 500 milioni di euro e finanziare l’arruolamento di 6mila soldati aggiuntivi per l’esercito regolare, nel giorno in cui arriva la notizia di quattro soldati libanesi uccisi a Beirut in un raid israeliano. Nell’attacco, parte di altri sedici raid che si sono concentrati sui quartieri meridionali della capitale, è morto anche un ufficiale dell’esercito. Sei edifici sono stati rasi completamente al suolo, come riportano i media locali.
L’uccisione di militari libanesi ha suscitato la reazione del segretario alla Difesa americano Lloyd Austin che, al telefono con l’omologo israeliano Yoav Gallant, ha espresso “preoccupazione” ed esortato Tel Aviv a “prendere ogni mis”ura per per garantire la sicurezza delle Forze armate libanesi così come dei “caschi blu di Unifil”, già colpiti da diversi attacchi.

MACRON ANNUNCIA AIUTI PER 100 MILIONI DI EURO E INVOCA IL CESSATE IL FUOCO

A Parigi, intanto, Macron a promesso alle autorità di Beirut un sostegno di 100 milioni di euro. L’appuntamento, nelle intenzioni del Capo dell’Eliseo, doveva essere anche un modo per innescare un processo diplomatico fruttuoso che potesse condurre alla pace, ma l’assenza dei rappresentanti delle parti rende questo obiettivo lontano. “La Francia è amica del Libano” ha assicurato Macron, aggiungendo: “La guerra deve finire immediatamente”. “Tutti gli sfollati- ha continuato- devono poter fare ritorno alle proprie case”, in riferimento alle centinaia di migliaia di famiglie – per oltre un milione di persone, secondo l’Onu – costrette ad abbandonare case e città a causa degli attacchi intensi di Israele. Quindi il capo dell’Eliseo ha incoraggiato il pieno rispetto della risoluzione del Consgilio di sicurezza 1701 del 2006, che impone il ritiro dell’esercito israeliano dal Sud del Libano così come il disarmo delle milizie del partito politico shiita Hezbollah.

Il primo ministro uscente libanese Majib Mikati ha colto l’occasione del vertice internazionale per dichiarare: “Avremmo potuto evitare tutta questa carneficina se Israele avesse accettato la proposta franco-statunitense di cessate il fuoco”. La stampa libanese fa sapere che un portavoce delle Forze armate libanesi, il generale Youssef Haddad, ha annunciato l’intenzione di arruolare 1.500 uomini per rafforzare le file dell’esercito, e per questo ha esortato la comunità internazionale a investire per provvedere a “salari e formazione”.

Al vertice di Parigi il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha espresso “preoccupazione per la sicurezza dei civili da entrambi i lati della linea blu”, ossia il confine che divide il Libano da Israele. Una cinquantina i morti sul lato israeliano dall’ottobre 2023, e oltre 2.500 su quello libanese.

RAID DI ISRAELE E SCONTRI DIRETTI CON LE FORZE DI HEZBOLLAH

Non si fermano però i combattimento: la notte scorsa, l’aviazione israeliana è tornata a colpire i quartieri a sud di Beirut in 17 raid distinti, che secondo i media internazionali sarebbero avvenuti senza preallertare la popolazione, e hanno raso al suolo sei edifici. Ieri, l’attenzione dei media si è concentrata su Tiro, città patrimonio Unesco, teatro di inediti raid che hanno costretto decine di migliaia di persone ad evacuare, dopo l’allerta dell’esercito di Tel Aviv. A Teffahta, villaggio a una trentina di chilometri più a nord della città portuale, stando all’emittente Bbc un missile israeliano ha colpito un’abitazione uccidendo 19 membri di una stessa famiglia. Stamani Hezbollah ha confermato missili contro la città israeliana di Safed, prossima al confine, e contro la base militare di Zvulun per il secondo giorno consecutivo. “Violenti scontri” si sono inoltre registrati tra le truppe israeliane e quelle di Hezbollah nei pressi di Rab El Thalathine, nel sud. I combattenti libanesi sono impegnati a respingere l’avanzata della fanteria israeliana, che tramite la propria aviazione ha colpito, più a nord, le località di Taybé, Khiam e Nabatieh.

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