di Vittorio Di Mambro Rossetti e Salvo Cataldo
ROMA – Lei è convinto che tenere per parecchi giorni fermi sulla nave 147 persone fosse giusto? “Assolutamente sì. La legge mi imponeva ma la mia coscienza di padre di famiglia mi ha imposto da ministro di salvare vite in mare e su terra, ma nessuna legge può imporre di spalancare i confini del mio paese a immigrati clandestini che arrivano su navi straniere”, ha detto il vicepremier e ministro Matteo Salvini, nella puntata di ‘Cinque minuti’ di Bruno Vespa su Raiuno.
“Quindi- spiega- durante il mio anno di governo, ho sostanzialmente quasi azzerato gli sbarchi, ho dimezzato il numero di morti e dispersi nel Mar Mediterraneo, ho fatto quello che la legge mi permetteva e che avevo promesso di fare agli italiani”.
“SEI ANNI DI CARCERE NON SI DANNO NEANCHE A UN PEDOFILO O A UN RAPINATORE”
“Adesso non pretendo una medaglia – prosegue – ma che io meriti sei anni di carcere, che non si danno neanche a un pedofilo o a un rapinatore, e in aggiunta un risarcimento di un milione di euro. Non sono ad ‘Affari tuoi’ ad aprire i pacchi. Ho fatto il ministro, ho fatto il mio dovere e quindi conto che verrò assolto perché difendere i confini del mio paese non era un reato ma era un dovere. Un mio preciso dovere”.
“Io non vedo perché dovrei patteggiare, non vedo perché dovrei dimettermi– continua- ritengo di avere mille difetti ma chiesi agli italiani il voto agli per difendere i confini, le navi francesi in Francia, le navi spagnole in Spagna, le navi tedesche in Germania, abbiano risolto il problema dell’immigrazione clandestina, abbiamo salvato vite, abbiamo risparmiato agli italiani migliaia e migliaia di italiani di reati. Non pretendo una medaglia, ma finire in galera questo anche no“.
“L’opposizione- afferma- è quella che mi ha mandato a processo. Pd, M5s e Renzi sono quelli che hanno detto ‘Salvini bisogna mandarlo in galera’ perché l’hanno votato in Aula. Io non avrei fatto una cosa del genere nei loro confronti, ma ognuno è fatto a suo modo”.
PARTE CIVILE ONG: “DOPO INGRESSO ACQUE ITALIANE ANDAVA DATO POS”
Nuova udienza del processo Open Arms a Palermo, che vede imputato il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini per sequestro di persona e rifiuto d’atti d’ufficio. Per Salvini la Procura ha chiesto sei anni di reclusione. Nell’aula bunker del carcere Pagliarelli è stato il giorno delle parti civili. Il legale di Open Arms, Arturo Salerni, ha ripercorso tutta la vicenda avvenuta nell’estate 2019.
“La requisitoria della Procura e la memoria depositata dopo la scorsa udienza del 14 settembre copre la ricostruzione sul piano normativo e sulla dinamica dei fatti a partire dal primo soccorso che è stato fatto nel corso della missione – ha affermato -, non abbiamo molto da aggiungere. L’1 agosto, con un decreto legge conosciuto come Decreto Sicurezza Bis, il ministero dell’Interno, in accordo con il ministero dei Trasporti e con quello della difesa, vieta l’accesso nel mare territoriale alla Open Arms. In data 13 agosto si aggravano le condizioni del mare, e data la pericolosità della situazione, l’ong decide di ricorrere al Tar del Lazio: il Tribunale amministrativo sospende in via cautelare il provvedimento preso dal ministro della difesa – ha ricostruito il legale -. Sospende quindi un decreto che impedisce l’ingresso della nave Open Arms nel mare territoriale. Open Arms entra nelle acque territoriali, non ci sono dubbi, come ampiamente provato, che in quel momento dovesse essere concesso lo sbarco e il cosiddetto POS (Porto sicuro)“.
Salerni ha poi aggiunto: “Open Arms dalla sua nascita, nel 2015, porta avanti un’attività di soccorso in mare, sappiamo quanto i mari del mediterraneo centrale siano diventati luogo di morte. Fondali pieni di cadaveri di uomini, donne e bambini che tentano di arrivare sulle sponde meridionali europee. Open Arms in questi anni ha salvato decine di migliaia di vite, in quell’occasione per la quale oggi siamo qui, occorsa nell’agosto del 2019, non solo Open Arms non ha ricevuto il sostegno delle istituzioni al governo, previsto dalla condizioni sar, ma è evidente il danno causato all’armatore umanitario. Il danno alle attività che questa persegue con un fare esclusivamente umanitario. Se molti si trovano in vita nei nostri paesi – ha concluso – è merito anche di Open Arms”.
L’articolo Open Arms, Salvini: “Non patteggio e non mi dimetto. Un milione di risarcimento? Non sono ad ‘Affari tuoi’ ad aprire i pacchi” proviene da Agenzia Dire.
Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo https://www.dire.it