In cantiere il progetto per rendere Mergellina meta d’élite per diportisti ma per il turista medio ed i cittadini poca cura
Da un lato la vista sul Golfo e sul Vesuvio, dall’altro- a pochi metri del proprio naso- lo sguardo sul degrado e la monnezza. La bruttezza che fa a cazzotti con la bellezza. La dicotomia di Napoli espressa tutta sul suo lungomare dove soprattutto le scogliere sono ricettacoli di sporcizia, rifiuti, sono accampamenti di fortuna per clochard, luoghi di bagordi notturni in cui abbandonare bottiglie e lattine, discariche in cui gettare vecchie attrezzatture da pesca.
Alcuni cittadini hanno documentato la situazione attuale nei pressi della Rotonda Diaz dove gli scogli, tra ratti e sporcizia, rappresentano un attentato al decoro e all’immagine stessa della città. Una cartolina sbiadita, stropicciata ed unta in cui la bellezza di sole, mare, Vesuvio e cielo azzurro è fuori fuoco.
In altre città marittime il lungomare viene trattato come una bomboniera. Qui, che si ha la fortuna di avere una dei più bei panorami al mondo, lo si lascia affondare nel degrado.
Mentre è ufficiale la costituzione di Afina Napoli S.r.l., la società che si occuperà dell’ampliamento di circa 200 metri del porto di Mergellina con la creazione di circa 350/400 nuovi posti barca, sembra che non si riesca nemmeno a governare e tutelare le risorse naturali del territorio. Si è orientati- non è difficile prevederlo- a puntare su un turismo d’élite, quello dei diportisti, di visitatori visti come consumatori alto-spendenti, quando poi non viene neanche garantita la giusta fruibilità dei luoghi- in teoria più affascinanti ed attraenti della città- al turista medio.
Spiagge e lungomare non sono forse di tutti? Evidentemente non tutti la pensano così e si punta ad attrarre target più elevati- che è anche economicamente giusto- ma nel frattempo i “poveri” devono nuotare e navigare in un mare di monnezza.
Fabio De Rienzo