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Villa Campolieto ospita “PITTORE AD ERCOLANO”, la prima personale di Lluis Lleó

AttualitàVilla Campolieto ospita “PITTORE AD ERCOLANO”, la prima personale di Lluis Lleó

Nato a Barcellona nel 1961, Lluis Lleó è cresciuto a pane e arte. Il bisnonno, Joan Lleó, ha dedicato la sua vita a dipingere affreschi sulle pareti e sui soffitti delle case signorili di Barcellona, tramandando questa passione al nonno Lluis Lleó, di cui il pittore ha ereditato il nome, e al padre Joan Lleó, professore di storia dell’arte a Barcellona.

Questo contesto familiare ha portato Lleó a sviluppare fin da giovane la sua formazione autodidatta, imparando le tecniche tradizionali attraverso il disegno e abbracciando una visione architettonica della pittura. Oggi è un artista poliedrico e le sue opere sono un connubio tra tradizione e modernità.

Ha ereditato dai suoi predecessori la passione per i complessi artistici della Vall de Boí, in Catalunya, dove si trova la più alta concentrazione di architettura Romanica in Europa. La sua pratica artistica si distingue per l’applicazione della tecnica dell’affresco attraverso l’uso di pigmenti puri, fondendo scultura e pittura in un “organicismo pittorico spaziale”, tecnica che ha appreso dal padre che visse per più di un anno in Italia, innamorandosi degli affreschi di Giotto, Cimabue e Piero della Francesca.

Il padre gli raccontava che in Italia tutto era bello, ma che niente al mondo eguagliava Ercolano. Quando Lleó ha visitato la penisola per la prima volta all’inizio degli anni ’90 se ne è innamorato, comprendendo e dando ragione a quanto affermato dal papà. Da qui deriva il forte legame con questa terra.

Partendo da questo presupposto, è significativo che la prima mostra personale in Italia dell’artista sia ad Ercolano. Infatti, fino al 27 marzo nelle sale affrescate di Villa Campolieto, gestita dalla Fondazione Ente Ville Vesuviane presieduta da Gennaro Miranda e dal suo Consiglio Direttivo, è possibile visitare la mostra “PITTORE AD ERCOLANO”, curata da Maria Savarese in collaborazione con Ciro Delfino.

L’esposizione presenta una prospettiva completa sulla produzione più recente dell’artista e sulla sua visione maturata nei trent’anni trascorsi a New York; esplora e testimonia la vocazione da architetto di Lleó e la sua continua ricerca verso nuove forme espressive, rendendo omaggio agli artisti che lo hanno ispirato come la statunitense Eva Hesse e lo scultore greco Jannis Kounellis.

“PITTORE AD ERCOLANO” si snoda lungo un immaginario viaggio itinerante che ripercorre le opere più significative dell’artista spagnolo, esplorando il connubio tra figurazione e astrazione, con dipinti e sculture che trasmettono dicotomie quali lirismo-forza, presenza-trasparenza e ordine-caos. Abbracciando la tradizione mediterranea del romanico e il dialogo con la modernità americana, la mostra rivela la maestria dell’autore nell’uso di tecniche miste, supporti vari e strutture interattive che accolgono i visitatori in un’atmosfera d’incanto.

Fulcro della personale è l’installazione “The Perfect Year”, dedicata da Lluis al padre, che accoglie i visitatori all’ingresso della Villa: una struttura circolare in acciaio, rivestita in terracotta, dipinta ad affresco e formata da 365 blocchi che compongono un percorso di vita personale. Iniziata nel 2008, dopo un anno dalla morte dell’amato padre, l’opera rappresenta un cerchio spazio-temporale che racchiude in un simbolico diario intimo paesaggi, date, presenze e assenze dell’artista. È toccante che la mostra, e la presentazione di questo lavoro, sono avvenuti a 60 anni dal viaggio di Joan Lleó, papà di Lluis, proprio a Ercolano.

Lleó realizza lavori che superano i confini tra astrazione e figurazione, portando avanti una pratica artistica radicata nella tradizione, ispirandosi molto all’arte antica, ma aperta alla contemporaneità. Il suo impatto nell’arte contemporanea è stato rilevante, soprattutto dopo essersi stabilito a New York nel 1989, città aperta e libera in tutti i suoi aspetti, anche nell’arte, che ha consentito a Lleó di sperimentare e abbracciare le correnti artistiche emergenti, dal movimento espressionista astratto al post-minimalismo.

Il dialogo tra le radici europee e la modernità americana ha conferito alle sue opere una dimensione unica e una voce distintiva. Durante gli anni ’80, ha intrapreso un percorso artistico caratterizzato da un’approfondita riflessione e lirismo.

I suoi lavori si sviluppano su lastre metalliche attraverso l’arte dell’incisione. Inizialmente appaiono come astratti e geometrici, e lo sono, ma soffermandosi sui dettagli la visione cambia e l’astrattismo viene messo in dubbio ed emerge il simbolismo architettonico.

La sua permanenza a New York gli ha consentito di entrare in contatto con le influenze trascendentali di artisti come Rothko e Agnes Martin, nonché con le innovazioni formali di Ellsworth Kelly e Jasper Johns. In questo contesto, Lleó ha ampliato il suo vocabolario artistico, abbracciando grandi formati e sperimentando con nuove tecniche, come la cera e l’affresco, insieme a supporti insoliti come la pietra, il legno e l’acciaio. La collaborazione con architetti di fama mondiale, come I. M. Pei, e il suo impegno nella scultura pubblica, visibile anche a New York su Park Avenue con l’opera “Morpho’s Nest in a Cadmium House” (2017), esposta tra la la 52esima e la 56esima strada di Park Avenue a New York (onore riservato solo ad una decina di artisti nella storia, tra cui Haring e Christo), hanno evidenziato la sua capacità di integrare l’arte nello spazio architettonico.

Le opere di Lluis Lleó sono parte di collezioni prestigiose e musei di rilievo a livello internazionale, testimonianza della sua influenza duratura nel panorama dell’arte contemporanea, cosi come le numerose mostre che portano i suoi lavori in giro per il mondo. La sua continua ricerca di espressione e la sua flessibilità nel dialogare con diverse forme artistiche ne fanno uno degli artisti più singolari e apprezzati della scena attuale.

Adriana Talia

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